Durante la premiazione Costacurta e Rui Costalasciarono il posto per ultimo di salire sul palco per alzare poi la coppa. Nonostante la vittoria in finale, Roque ha collezionato poche presenze in Europa, entrando in campo nella finale quasi ‘per caso’.
Arrivato nel 2000 dal Palmeiras per 8,5 milioni di euro, è stato paragonato a delle leggende come Franco Baresie Aldair. Con la maglia della nazionale ha fornito sempre buone prestazioni, ma non è mai riuscito ad arrivare a grandi livelli.
Ancora oggi, il calciatore brasiliano ricorda con piacere gli anni passati al Milan: “Il mio Milan non era una squadra, era una Nazionale, dove leader come Rui Costa, Leonardo e Bierhoff convivevano con rigorose regole di disciplina e un forte spirito di gruppo, alimentato anche dalla presenza motivante di Berlusconi”.
Appena arrivato in Italia, Roque ha dovuto adattarsi sin dall’inizio al calcio italiano, più tattico rispetto a quello sudamericano. Zaccheroni è stato un uomo di grande fiducia: “Il grande punto di riferimento al Milan era Zaccheroni… mi insegnò molto sotto l’aspetto difensivo… ridurre gli spazi del campo”.
Ha ricevuto alcune critiche dai tifosi in alcune partite, soprattutto una sfida contro l’Udinese in cui, secondo alcuni, è stata “una delle più vergognose mai viste in rossonero”. Nel 2003-2004 lascia il Milan per girare altrove in prestito: prima al Leeds, poi al Siena, lasciando la società rossonera dopo alcuni mesi.
Dopo essersi ritirato dal calcio giocato, Roque diventa allenatore dell’XV de Piracicaba. Dal 2016 è entrato a far parte delle giovanili della Lazio come collaboratore.
(A cura di Vito Pio Romagno)
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