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Rafael Leao e Massimiliano Allegri (giocatore e allenatore del Milan) | Getty Images
Rafael Leao è al sesto anno di Milan. Finora ha avuto 5 allenatori. Se Giampaolo lo ha avuto per troppo poco, come del resto Allegri, con il quale ha appena iniziato la prima stagione in rossonero, si può brevemente tracciare una panoramica della sua gestione sotto tre allenatori. Pioli, dopo un po' di tempo, è riuscito a comprendere la psicologia di un giocatore come Rafa (al tempo ancora molto giovane) e, infatti, sotto la sua guida, il portoghese ha fatto vedere le cose migliori.
Lo stesso non si può dire per le due successive gestioni, avvicendatesi durante la scorsa stagione. Benché connazionali, né Fonseca né Conceicao sono riusciti a creare un particolare feeling con Leao. Entrambi - pur tenendo in considerazione la diversità di temperamento - hanno usato forse un po' troppo 'bastone', come si suol dire. E allora, a causa di una fase difensiva mai veramente curata dal numero 10, via di panchine punitive. Ha funzionato un simile trattamento? La scorsa stagione ha detto di no. Adesso tocca a Massimiliano Allegri, un top allenatore per quanto riguarda la gestione delle risorse umane all'interno di un gruppo. Il tecnico livornese riuscirà a trovare le giuste corde su cui agire? In merito, Luca Bianchin ha offerto il suo pensiero durante 'La Tripletta', podcast de 'La Gazzetta dello Sport'.
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Le parole del giornalista: "Mentalmente lascio aperta una porticina perché Leao non ha mai trovato un allenatore cattivo, se non Conceiçao con cui però il feeling è andato giù dopo due settimane: Pioli bastone e carota ma molto più carota. Non ha mai trovato un allenatore duro: Allegri, anche lui non un sergente di ferro, sa essere duro e mi aspetto che da questo punto di vista ci provi".
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