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Palmeri: “Milan da mani nei capelli. Il classico pesce che puzza dalla testa”

Fabio Barera Redattore 
Il giornalista Tancredi Palmeri ha stilato un interessante editoriale incentrato sulle big di Serie A, pungolando il Milan

Il giornalista Tancredi Palmeri ha stilato un lungo ed interessante editoriale sulle colonne di 'Sportitalia', facendo il punto sulle big di Serie A, pungolando e non poco il Milan. Ecco, dunque, il suo pensiero.

Milan, che attacco di Palmeri: "C'è un problema con Leao. Da mani nei capelli"

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"Se esempi virtuosi di natura differente sono Inter e Napoli, è un disastro di diverse matrici quello al Milan e alla Juventus. Il Milan soprattutto è da mettersi le mani nei capelli. Ogni settimana ce n’è una nuova, con Fonseca o Conceiçao alla fine sono i veterani quelli che tradiscono, sul piano comportamentale prima ancora che su quello tecnico, e la valanga perfetta è aggiunta da una dirigenza spaventosamente non all’altezza nel capire come gestire una banda allo sbando".

"Così persino quando fa le cose bene come nei primi 50 minuti contro il Feyenoord, tutto viene giù malamente e ogni componente finisce per metterci del suo. Conceiçao non rimarrà nemmeno se arriverà in Champions. Si spera di racimolare 30 milioni per Theo Hernandez, ma in verità anche per Maignan. E il problema con Leao è che i sauditi offrono tanto per gli stipendi ma mai si avvicinano ai 60 milioni che andrebbero bene per il suo cartellino. Davvero, il Milan è il classico caso di pesce che puzza dalla testa".

"E invece alla Juventus è scandalosamente abnorme la mancanza di personalità. Il derby d’Italia non fa testo, non fa mai testo: ho visto l’Inter di De Boer battere la Juve di Allegri futura finalista di Champions, sono partite che fanno storia a sé. La maniera in cui la Juve è sparita in Olanda sul piano della capacità di essere squadra è abbacinante. Non è soltanto il gioco che è stato nullo. Ma proprio la personalità, la capacità di inseguire insieme un obiettivo, piallati per 120 minuti da un avversario nettamente inferiore ma che interpretava perfettamente il concetto di collettivo".