"Gli errori arrivano anche dalla stagione successiva alle partenze di Maldini e Massara. Possibile che non trovino un DS? Possibile che non abbiano voluto Conte? Ora devono pagare le conseguenze". Così Franco Ordine, giornalista, ha commentato la sconfitta del Milan in Coppa Italia contro il Bologna. Un messaggio chiaro per i rossoneri e per il loro futuro. Ecco il suo pensiero su 'Il Giornale': "Nell'ora più buia dell'ultimo Milan, l'espressione più dura e realistica. Giorgio Furlani, ad rossonero, è andato davanti ai microfoni e ha sentenziato: «Condividiamo la delusione dei tifosi, è stata una stagione fallimentare»".


COPPA ITALIA
Milan, Ordine: “Peccato originale dopo l’addio traumatico di Maldini e Massara”
Milan, Ordine: "Serve un piano di rilancio". Maldini, Massara e il peccato originale
—Ordine continua: "È uscita a pezzi anche la squadra, oltre al club. Allora, per paradosso, la dolorosa sconfitta in coppa Italia, al cospetto di un Bologna costruito senza il budget rossonero ma ispirato da una governance calcistica affidabile e competente, può diventare una sorta di benedizione perché da oggi in poi non ci possono più essere soluzioni conservative né sarà praticabile una leggera correzione della rotta. No, deve cambiare il Milan per tornare a essere il vecchio Milan con un piano di rilancio che deve spazzare via le indecisioni, le insicurezze, i tentennamenti (sul ds) registrati fin qui".
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Gli errori: "Gli errori, ripetuti, sono stati tanti e non si possono soltanto addebitare alla filosofia finanziaria. Piuttosto, da sempre il peccato originale, fu commesso dopo l'addio traumatico di Maldini e Massara: dovevano essere sostituiti al volo per dare credibilità a quell'evento traumatico, vissuto come un salto nel buio. Di qui i successivi flop con l'ingresso di Ibrahimovic che è andato a riempire il vuoto evidente fino ad allargarsi e a generare lo scontro istituzionale con Furlani (a causa degli incontri londinesi con i ds). Poi c'è l'aspetto calcistico che è un altro vero disastro perché il Milan è passato dal metodo di Fonseca dove regnava allegra anarchia - a quello rigido di Conceiçao ma senza offrire al gruppo squadra un copione calcistico".
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