ULTIME MILAN- Nonostante sia a spasso da un anno, Antonio Conte è senza dubbio l'allenatore del momento. Tutti lo vogliono, tutti lo desiderano, ma alla fine sarà solamente una la squadra che l'anno prossimo potrà averlo sulla propria panchina. Al 60% sarà Italia ha detto l'ex ct della Nazionale qualche giorno fa a 'Le Iene'. Questa mattina è stata pubblicata da 'La Gazzetta dello Sport' una lunga intervista in cui ripercorre la propria carriera, ma soprattutto chiarisce il suo futuro prossimo.
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Conte: “Roma, non ci sono le condizioni. Milan o Inter? Solo se posso vincere”
Attraverso una lunghissima intervista rilasciata a 'La Gazzetta dello Sport', l'ex ct della Nazionale Antonio Conte ha parlato del proprio futuro
Quando si propose alla Juve: "Fu l'unica volta della mia vita che proposi ad una squadra. Avevo fatto bene a Bari e stavo per vincere il campionato col Siena. Un collega, Silvio Baldini, mi disse di fare come Guardiola a Barcellona di andare dal presidente e chiedere di allenare la squadra. Parlai con Agnelli e gli dissi che il calcio di oggi si gioca con intensità. C'è la possibilità di entrare subito in Champions, ma bisogna riportare certi valori. Per primo il senso di appartenenza. Un giocatore non deve sentirsi di passaggio, ma essere consapevole che può fare la storia di quel club. Ero entrato al colloquio con Agnelli che avevo 0 chance, ne uscii che le quotazioni si erano alzate..".
Sul perché decise di andare via: "Erano stati 3 anni intensi e avevamo portato la macchina a spingere più di quanto potesse. Furono anni logoranti sotto ogni punto di vista e penso che anche nelle grandi famiglie si possa litigare. Ad Agnelli promisi che saremmo tornati sul tetto del mondo: non riuscì a mantenerla".
Tornerebbe alla Juve? "I matrimoni per avvenire bisogna essere in due. Penso che la Juve abbia iniziato un percorso con Allegri e siano molto felici del suo lavoro. Un domani non si sa mai".
Sulla squadra che sceglierà: "L'esperienza all'estero mi è servita, mi ha rafforzato e la consiglio a tutti gli allenatori. Oggi se qualcuno mi chiama sa che devo incidere con la mia idea e il mio metodo. Non sono un gestore, io voglio incidere perché sono molto severo con me stesso. Il percorso per arrivare alla vittoria deve essere unicamente il lavoro, il sacrificio e il lavorare con il noi e non con l'io. Non ne conosco altri".
Su Inter e Milan: "Io devo dare la percezione di poter battere chiunque, devo sentire che vincere è possibile. Altrimenti resto fermo senza alcun tipo di problema".
Sulla Roma: "Mi sono innamorato di Roma nei due anni in cui ho fatto il ct della Nazionale. L'affetto della gente che vive per la Roma è unico. E' un ambiente passionale che ti avvolge. Oggi non ci sono le condizioni, ma penso che un giorno andrò ad allenare la Roma". Ecco, intanto, la moviola di Milan-Bologna di ieri sera>>>
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