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RASSEGNA STAMPA

Allegri, dal dominio al cantiere aperto: ecco perché questa volta è diverso

Alessia Scataglini
Alessia Scataglini
I primi 100 giorni di Massimiliano Allegri al Milan sono trascorsi in un turbine di eventi, ma non sono sufficienti per tracciare un bilancio

I primi 100 giorni di Massimiliano Allegri al Milan sono trascorsi in un turbine di eventi, ma non sono sufficienti per tracciare un bilancio definitivo. Questo inizio, infatti, è stato segnato da un calciomercato con "troppi cambi di direzione" che rendono la seconda avventura del tecnico una storia ancora tutta da scrivere. La sua missione è chiara e impegnativa: riportare il Diavolo ai vertici, con l'obiettivo minimo di qualificarsi per la Champions League.

Allegri, un compito più difficile rispetto al passato

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A differenza delle sue precedenti avventure, Allegri si trova di fronte a una sfida forse più ardua. Come riferito da Tuttosport, al suo primo arrivo al Milan, nel lontano 2010, ereditò una squadra ricca di campioni del calibro di Nesta, Thiago Silva, Gattuso e Pirlo, a cui si aggiunsero fenomeni come Ibrahimovic e Robinho. Quella squadra gli permise di vincere subito lo scudetto.

Anche alla Juventus, nel 2014, Allegri trovò una "corazzata" già vincente, reduce da tre scudetti consecutivi con Antonio Conte. Con la sua guida, la squadra continuò a dominare il campionato, conquistando altri cinque scudetti, quattro Coppe Italia e arrivando per due volte in finale di Champions League. La sua seconda esperienza in bianconero, pur più travagliata, si concluse comunque con tre qualificazioni in Champions e una Coppa Italia, a dimostrazione della sua capacità di ottenere risultati anche in contesti complessi.

La vera sfida comincia adesso

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Il Milan attuale, però, è un'incognita. La rosa è molto diversa da quelle che Allegri ha gestito in passato e non è paragonabile a quelle ricche di stelle che ha allenato al Milan e alla Juventus. Per questo motivo, i primi 100 giorni sono stati solo un preludio. La vera sfida per Allegri inizierà dopo la sosta per le nazionali. Sarà in quel momento che il tecnico dovrà dimostrare la sua capacità di costruire una squadra solida e vincente.