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Milan, squadra dalle tante contraddizioni evidenziate dai numeri: il punto

Stefano Pioli, tecnico del Milan (credits: GETTY Images)

Dopo la sconfitta nel derby, il Milan è precipitato al 10° posto in classifica in Serie A. L'Europa League è a -2, ma un bel po' di cose andranno sistemate

Daniele Triolo

NEWS MILAN - Il Milan è una squadra da metà classifica. Questo, attualmente, riportano i freddi ed implacabili numeri. I rossoneri di Stefano Pioli, infatti, in 23 giornate di campionato, hanno vinto 9 volte, pareggiato 5 e perso 9 partite: con la sconfitta nel derby di ieri sera a 'San Siro', poi, il Diavolo è scivolato al 10° posto nella graduatoria di Serie A.

Perfettamente al centro. Il 6° posto in campionato, l'obiettivo minimo stagionale, che darebbe diritto alla qualificazione diretta ai gironi della prossima Europa League, dista appena 2 punti (allo stato attuale delle cose, in Europa andrebbe il sorprendente Hellas Verona di Ivan Juric, a quota 34), ma, prima, il Milan dovrà sistemare un bel po' di cose se vorrà ambire davvero a 15 gare, quelle che restano prima della fine stagione, di tutt'altro livello.

Il Milan, infatti, si configura, nella Serie A 2019-2020, come squadra dalle mille contraddizioni. La prima? I rossoneri, insieme all'Inter, sono quelli che hanno collezionato più 'clean sheet' in questo campionato, 8. Vale a dire che il Milan ha mantenuto inviolata la porta difesa da Gianluigi 'Gigio' Donnarumma in 8 circostanze, contro Brescia (doppio 1-0), Verona (1-0), Spal (1-0), Parma (1-0), Sassuolo (0-0), Sampdoria (0-0), Cagliari (2-0). Una volta in più della Juventus, ferma a 7.

Al contempo, però, sono ben 31 i gol incassati dal Diavolo in 23 giornate, ottava difesa dell'intero torneo al pari dell'Atalanta, di cui 17 (il 54%) contro le squadre che lo precedono in classifica. Segno di una squadra che diventa improvvisamente fragile, insicura, facilmente superabile dinanzi compagini più forti, o anche soltanto meglio organizzate o più precise sotto rete. Il Milan si scopre, quindi, troppo vulnerabile dietro non appena il livello del gioco si fa un po' più duro, e, a far da contraltare a tutto questo, purtroppo non c'è un attacco atomico. Tutt'altro.

L'Atalanta, per esempio, che ha subito gli stessi gol del Milan, ne ha però segnati ben 61, guidando la speciale classifica dei gol fatti in Serie A, finora in stagione, dinanzi a Lazio (53), Inter (48), Juventus (44) e Roma (42). Dov'è il Milan? In 15^ posizione di questa graduatoria, al pari della Sampdoria che lotta per salvarsi con qualche giornata d'anticipo, con sole 25 reti messe a segno in 23 gare, alla media di poco più di un gol per partita. E dire che l'efficacia dei rossoneri in zona gol si è sensibilmente innalzata dall'arrivo di Zlatan Ibrahimovic (con lui in rosa, 9 gol in 6 gare di Serie A, ma anche 7 gol in 2 gare di Coppa Italia ...).

Segno che, forse, per riprendere davvero il volo verso le zone più nobili del campionato italiano, al Milan servirebbe più di un Ibrahimovic, magari un altro paio di elementi di tale levatura tra difesa ed attacco, al fine di limare le tante, troppe disattenzioni difensive nei big match, che costano spesso punti sanguinosi e gare importanti al Diavolo, e di incrementare un fatturato offensivo che, logicamente, non può e non potrà dipendere dalla sola stella di un calciatore fenomenale, però 38enne e con un contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Intanto, l'ex Presidente rossonero, Silvio Berlusconi, ha parlato del futuro dello stadio di 'San Siro': per le sue dichiarazioni, continua a leggere >>>

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