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Sandro Tonali, centrocampista del Newcastle ed ex mediano del Milan, ha rilasciato una lunga ed interessante intervista ad 'U', il mensile del quotidiano 'la Repubblica', nell'edizione pubblicata questa mattina sul sito, l'ex centrocampista rossonero ha parlato della cessione che lo ha visto protagonista. Ecco le sue parole.
"Nato l’8 maggio come Baresi? Quarant’anni dopo, lui del 1960 e io del 2000: una coincidenza rara. Le poche volte che ho indossato la fascia di capitano del Milan me le ricordo tutte: con l’Empoli, col Torino in Coppa Italia, col Chelsea in Champions League. Due battute veloci con Franco su questo ci sono scappate. È sempre stato un idolo. Io ho sempre tifato Milan e mio papà è un tifoso sfegatato".
"Non esiste più il calcio delle bandiere? È difficile, non puoi decidere da solo. È un mondo con tanti soldi, per i calciatori e per i club. Quando dici no, deve esserci anche quello del club. Nelle trattative è difficile che ci siano due no o due sì: c’è sempre un sì e un no. Nelle grandi squadre, con tanti soldi in ballo, la bandiera diventa un’utopia. Con il mio trasferimento da una parte ho tolto e dall’altra ho dato, aiutando il Milan a tenere il bilancio in attivo. Non ho rimorsi. L’idea di tornare al Milan un giorno c’è, ma non è il pensiero quando mi sveglio al mattino".
"Con i miei procuratori non ne abbiamo mai parlato. E so, per esperienza, che se non arrivi a quel passaggio non c’è nulla di concreto. E comunque qui sto bene con me stesso, ho trovato la mia linea e non è il caso di stravolgerla ancora. Voglio vincere per i tifosi del Newcastle, tra poco avremo la prima occasione a Wembley". LEGGI ANCHE: Panchina Milan, Ancelotti verso il ritorno? Avrebbe un ruolo clamoroso!>>>
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