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Tassotti si racconta: “L’addio al Milan, l’avventura con Sheva e non solo”

Mauro Tassotti e Andriy Shevchenko (credits: Getty Images)

ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Ex giocatore e storico vice-allenatore rossonero, Mauro Tassotti ha rilasciato un'intervista a El Pais: ecco le sue parole

Giacomo Giuffrida

ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS - Ex giocatore e storico vice-allenatore rossonero, Mauro Tassotti ha rilasciato un'intervista a El Pais: ecco le sue dichiarazioni su vari argomenti, dal Milan al passato da calciatore, fino all'avventura con l'Ucraina di Shevchenko.

"La mia situazione al Milan era cambiata. Ero fuori dallo staff tecnico, ero osservatore dei giovani del club e Sheva mi ha suggerito di andare con lui. Ho pensato che potesse essere un'avventura interessante. Ho preferito tornare alla mia vecchia posizione di allenatore. Inoltre, era un momento un po' particolare per il club, in mezzo al passaggio del Milan da Berlusconi ai cinesi. Non mi era chiaro. Non è stato facile dopo tanti anni al Milan, ma sono soddisfatto".

Sulla gomitata a Luis Enrique a USA '94 durante Italia-Spagna: "Adesso ci salutiamo. Lo avevamo già fatto all'Olimpico di Roma, quando lui allenava lì e io ero assistente di Allegri al Milan. Quel giorno è venuto a trovarmi, mi ha stretto la mano... Il tempo passa. Io ora sono già nonno, nel 1994 eravamo entrambi giovanissimi. Sono successe molte cose.

Ho allungato la mano perché mi sentivo afferrato. Ho sbagliato e me ne sono pentito. Non l'ho mai negato. Non mi sono mai nascosto dalla mia responsabilità. Mi scuso di nuovo. Capisco anche che all'inizio non volesse accettare le mie scuse. Quell'episodio per me è stato un disastro. Avrei avuto l'opportunità di giocare una semifinale e una finale di un Mondiale a 34 anni. Ma ho commesso un errore e il destino mi ha fatto pagare per questo. Nella carriera di un giocatore ci sono momenti belli e momenti meno belli e tutti devono essere accettati. Soprattutto quando la colpa è tua. Ho sempre sostenuto che fosse un gesto istintivo, non era mia intenzione rompergli il naso. Non c'era nulla di premeditato. Non avevo niente contro di lui.

L'incontro a Roma? E' stato lui a venire a salutarmi. Stavo pensando di scusarmi con lui personalmente e l'avevo detto il giorno prima in un'intervista, ma non volevo andare alla sua panchina perché non volevo creare una situazione complicata. Avrei capito se non mi avesse voluto stringermi la mano. Ovviamente Luis Enrique aveva maturato tutto quello che era successo da allora ed è venuto lui. Mi ha teso la mano. Non mi disse nulla di particolare".

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