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INTERVISTE

Simonelli parla di San Siro: “Doloroso dirlo, ma è uno stadio inadeguato”

Simonelli (presidente Serie A): 'Milan-Como in Australia? Attendiamo ...'
Il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli, intervistato dai microfoni de 'La Repubblica', ha parlato della questione legata a San Siro
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Il presidente della Lega Serie A Ezio Simonell, intervistato dai microfoni de 'La Repubblica', ha parlato della questione legata all'impianto di San Siro. Ecco, di seguito, le sue parole:

Simonelli parla di San Siro: "Molti problemi, stadio inadeguato"

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"È doloroso dirlo, ma oramai è uno stadio inadeguato". 

Se San Siro potrebbe ospitare le partite dell'Europeo 2032

"No, non lo è. Lo prova il fatto che è stato bocciato dalla Uefa per ospitare la finale di Champions del 2027. Lo stadio non può essere ristrutturato, non è stato possibile nemmeno quando il proprietario di uno dei due club era alla guida del governo. E poi, come si rivoluziona in sicurezza per lavoratori e pubblico un impianto che ogni tre giorni ospita 70 mila persone?".


Se si immagina un Europe in Italia ma non a Milano:"Lasciare la città più altospendente d'Italia senza gli Europei sarebbe una figuraccia incalcolabile".

Sulla questione legata allo stadio:

"Buttare a mare questo processo per questioni ideologiche di bassa lega è un autogol. Sarà un danno per la città, perché se non avranno San Siro, i due club finiranno per fare stadi fuori dal comune di Milano. Ma a essere danneggiato sarebbe tutto il Paese: solo l'indotto temporaneo per la costruzione degli impianti in cantiere vale 6 miliardi".

Sui problemi di San Siro:

"Quanto tempo abbiamo? Tribune, studi tv, ma anche gli spazi che permettono alle società di fare business: l'area hospitality non è integrabile. E per fortuna i nostri tifosi non sono grandi bevitori di birra: ci sono problemi anche per andare a fare la pipì".

Sul commissario per gli stadi:

"Lo scorso dicembre ho sentito il ministro Abodi dire che a febbraio 2025 sarebbe stato nominato il commissario per gli stadi, per snellire procedure burocratiche e tarantelle come quella di San Siro e non solo. Quasi otto mesi dopo nonostante un impegno costante non ce ne è traccia. Non capisco quali siano le difficoltà. Come hanno dimostrato il ponte Morandi e Milano-Cortina, un commissario permette di fare in poco tempo opere per cui servirebbero anni".

Sull'idea di perdere San Siro:

"Tutti abbiamo ricordi, nostalgie. Ma l'unico modo per mantenere la storicità di uno stadio è fare quello nuovo sulla stessa area. Prendete Wembley: è stato abbattuto e ricostruito, ma nessuno dice "Sono stato al nuovo Wembley". È sempre lo stadio del mito". 

Se saranno venduti i diritti del nome non si chiamerà più san Siro:

"Ma no, sarà sempre San Siro. Anche se penso che i naming rights saranno rilevati da un brand italiano molto noto"