Il Milan di Gerry Scotti: dall'occhiolino di Altafini ai dubbi su Leao: "Aspettiamo un po''
—Sull'essere Milanista: «Lo era il mio papà, lo è mio figlio Edoardo e - con il contributo fondamentale del mio consuocero che ha regalato maglie rossonere ai neonati - lo sono i miei nipoti Virginia e Pietro».
Su Mike Bongiorno, che lo considerava il suo erede: «È vero, ma lui fino a 80 anni andava a sciare. Mi chiamava dalla montagna chiedendomi di raggiungerlo, non andavo mai e lui attaccava dicendomi: “Sei un rammollito!”. Io sono un perfetto sportivo da divano...».
I ricordi sul Milan (dal divano e non): «Anche allo stadio. Ricordo la mia prima partita, con papà a San Siro in un freddo novembre, ero un bimbetto con le braghe corte ed eravamo nel parterre: lì si stava in piedi quindi i bambini non vedevano niente, papà mi prendeva sulle spalle. Ricordo che i tifosi ce l’avevano con Altafini che quel giorno aveva poca voglia di giocare: “El gh’ha minga voeuia”, gli dicevano. A un certo punto, mentre sono sulle spalle del mio papà, Altafini arriva davanti a noi mezzo sudato a prendere un pallone, mi vede e mi fa l’occhiolino... Cinque minuti dopo segna e io ho capito che il tifoso ha la critica facile. Uno così può fare ciò che vuole, del resto quel livello di classe è riservato a pochi, Mario Corso, Platini o Maradona. Ho visto anche il Milan di Pierino Prati e quello degli olandesi... Pensavo che dopo non ci sarebbe stato altro e arrivato a oggi forse non avevo torto. Sì, ci siamo presi altre soddisfazioni, abbiamo vinto altre competizioni, ma chi ha vissuto quegli anni lì ancora aspetta qualcosa di altrettanto grande. È una questione di cicli».
Su un nuovo ciclo con Allegri: «Siamo tutti alla finestra. Io penso che Tare d.s. e Allegri in panchina siano le persone giuste al posto giusto per cominciare una ricostruzione. Però sono anche un po’ perplesso. Dico una cosa da bar: piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato. Non vedevo un giocatore così da anni e non mi sembra che quei soldi lì li stiano investendo con altri grandi acquisti. Forse voleva andare via lui, perché magari non vedeva un progetto. E se non lo ha visto lui che con uno sguardo vedeva tutto il campo... Poi sono contento dei nomi che sento, bene i giovani italiani, bene Ricci, bene pure Modric... Sappiamo che le squadre oggi devono pensare anche al marketing e a vendere un po’ di magliette, quella di Modric la prenderò anche io, per rispetto verso un grande giocatore. Che possa risolvere la Quando ho intervistato Maradona: in cambio ha voluto una cassetta con musica da discoteca situazione Milan per più di un anno sarebbe da Guinness dei primati, ma anche a mezzo servizio può tornare utile».
Su Leao: «Gli diamo ancora quest’anno per dimostrare di essere uno dei tre più grandi talenti di questo secolo nel calcio, se non ce la fa non piangeremo, dovrà trovare altri stimoli e altre collocazioni, perché è un po’ che aspettiamo».
Su Gattuso CT: «Non ho cambiato idea su Rino, all’Italia serviva qualcuno da doccia fredda e secondo me lui è adatto. Poi è uno che se lo fai inc... viene anche sotto la doccia e ti strofina lui! Lo faceva da calciatore figurati ora. Fa bene ad andare a vedere i ragazzi, perché alla fine credo che da noi manchi un po’ di coraggio: altrove fanno esordire giovani di 16-17 anni, noi abbiamo creato un caso Camarda e alla fine non l’abbiamo fatto giocare bene da nessuna parte. Io a quel punto l’avrei tenuto e ci avrei puntato. Magari a quest’ora avevamo l’attaccante invece di brancolare nel buio».
Sull'intervista a Maradona: «Sì, siamo andati a Napoli con Claudio Cecchetto. In cambio ha voluto una compilation di musica da discoteca da sentire mentre si allenava. Gli abbiamo portato la cassetta e lui invece di fare l’intervista si è messo con le cuffie a sentire le canzoni. Vabbè, ma lui era Maradona, secondo me il più grande di tutti i tempi. Pensate se fosse stato anche un atleta... probabilmente giocherebbe ancora in America come Messi e farebbe due gol a partita».
Quali altri sport segue: «Sono malato di motociclismo da sempre: anche lì, dopo Giacomo Agostini pensavo di non vedere più nessuno e invece è arrivato Valentino Rossi. E dopo Valentino, non me ne vogliano gli italiani, quel Marquez lì che ha qualcosa in più, soprattutto adesso che corre su una moto italiana».
Sulla Formula1: «Mi obbligate a fare un altro ragionamento alla Modric: che utilità c’era nel prendere il signor Hamilton? Adesso è un problema perché lui Sir Hamilton, è l’uomo che ha cambiato l’automobilismo e che ha vinto più di tutti. Ma alla Ferrari serviva davvero? Non era meglio un giovane? Temo che anche la Formula 1 abbia le sue regole di marketing e il nome di Hamilton è ben spendibile sui cappellini».
I tre sportivi che vorrebbe come concorrenti alla Ruota della Fortuna: «Darei visibilità agli sport meno popolari di quelli che abbiamo nominato finora. Mi piacciono molto i ragazzi del nuoto, porterei uno tra Ceccon e Martinenghi; poi, visto che amo il ciclismo e sono tifoso del Milan, inviterei Jonathan Milan; chiuderei con una delle straordinarie ragazze dell’Italvolley che sono belle toste belle, diciamo una Sarah Fahr. Divertente no?».
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