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Scotti: “Piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato! Su Leao …”

Scotti: “Piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato! Su Leao …” - immagine 1
Gerry Scotti, volto iconico e amatissimo della televisione italiana, ha rilasciato un'intervista alla Gazzetta dove ha parlato di Milan
Alessia Scataglini
Alessia Scataglini

Volto iconico e amatissimo della televisione italiana, Gerry Scotti è sinonimo di simpatia, quiz e programmi di successo. Ma dietro il conduttore, si cela un tifoso appassionato e fedelissimo: un cuore che batte forte per i colori del Milan fin dall'infanzia.

In una intervista rilasciata ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Scotti ha svelato i suoi ricordi più cari, raccontando come è nata la sua profonda passione per il Milan. Un viaggio nel tempo che parte dalle prime emozioni vissute allo stadio, passa per gli idoli del passato che hanno infiammato la sua fantasia di bambino, e arriva ai momenti indimenticabili vissuti da tifoso. Ma il calcio non è l'unico amore sportivo di Gerry: nel corso della chiacchierata, il conduttore ha condiviso anche il suo interesse per altre discipline, dimostrando una passione a tutto tondo per lo sport. Ecco, di seguito, le sue parole:


Il Milan di Gerry Scotti: dall'occhiolino di Altafini ai dubbi su Leao: "Aspettiamo un po''

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Sull'essere Milanista:  «Lo era il mio papà, lo è mio figlio Edoardo e - con il contributo fondamentale del mio consuocero che ha regalato maglie rossonere ai neonati - lo sono i miei nipoti Virginia e Pietro».

Su Mike Bongiorno, che lo considerava il suo erede: «È vero, ma lui fino a 80 anni andava a sciare. Mi chiamava dalla montagna chiedendomi di raggiungerlo, non andavo mai e lui attaccava dicendomi: “Sei un rammollito!”. Io sono un perfetto sportivo da divano...».

I ricordi sul Milan (dal divano e non): «Anche allo stadio. Ricordo la mia prima partita, con papà a San Siro in un freddo novembre, ero un bimbetto con le braghe corte ed eravamo nel parterre: lì si stava in piedi quindi i bambini non vedevano niente, papà mi prendeva sulle spalle. Ricordo che i tifosi ce l’avevano con Altafini che quel giorno aveva poca voglia di giocare: “El gh’ha minga voeuia”, gli dicevano. A un certo punto, mentre sono sulle spalle del mio papà, Altafini arriva davanti a noi mezzo sudato a prendere un pallone, mi vede e mi fa l’occhiolino... Cinque minuti dopo segna e io ho capito che il tifoso ha la critica facile. Uno così può fare ciò che vuole, del resto quel livello di classe è riservato a pochi, Mario Corso, Platini o Maradona. Ho visto anche il Milan di Pierino Prati e quello degli olandesi... Pensavo che dopo non ci sarebbe stato altro e arrivato a oggi forse non avevo torto. Sì, ci siamo presi altre soddisfazioni, abbiamo vinto altre competizioni, ma chi ha vissuto quegli anni lì ancora aspetta qualcosa di altrettanto grande. È una questione di cicli».

Su un nuovo ciclo con Allegri: «Siamo tutti alla finestra. Io penso che Tare d.s. e Allegri in panchina siano le persone giuste al posto giusto per cominciare una ricostruzione. Però sono anche un po’ perplesso. Dico una cosa da bar: piuttosto che dare via Reijnders mi sarei indebitato. Non vedevo un giocatore così da anni e non mi sembra che quei soldi lì li stiano investendo con altri grandi acquisti. Forse voleva andare via lui, perché magari non vedeva un progetto. E se non lo ha visto lui che con uno sguardo vedeva tutto il campo... Poi sono contento dei nomi che sento, bene i giovani italiani, bene Ricci, bene pure Modric... Sappiamo che le squadre oggi devono pensare anche al marketing e a vendere un po’ di magliette, quella di Modric la prenderò anche io, per rispetto verso un grande giocatore. Che possa risolvere la Quando ho intervistato Maradona: in cambio ha voluto una cassetta con musica da discoteca situazione Milan per più di un anno sarebbe da Guinness dei primati, ma anche a mezzo servizio può tornare utile».

Su Leao: «Gli diamo ancora quest’anno per dimostrare di essere uno dei tre più grandi talenti di questo secolo nel calcio, se non ce la fa non piangeremo, dovrà trovare altri stimoli e altre collocazioni, perché è un po’ che aspettiamo».

Su Gattuso CT: «Non ho cambiato idea su Rino, all’Italia serviva qualcuno da doccia fredda e secondo me lui è adatto. Poi è uno che se lo fai inc... viene anche sotto la doccia e ti strofina lui! Lo faceva da calciatore figurati ora. Fa bene ad andare a vedere i ragazzi, perché alla fine credo che da noi manchi un po’ di coraggio: altrove fanno esordire giovani di 16-17 anni, noi abbiamo creato un caso Camarda e alla fine non l’abbiamo fatto giocare bene da nessuna parte. Io a quel punto l’avrei tenuto e ci avrei puntato. Magari a quest’ora avevamo l’attaccante invece di brancolare nel buio».

Sull'intervista a Maradona: «Sì, siamo andati a Napoli con Claudio Cecchetto. In cambio ha voluto una compilation di musica da discoteca da sentire mentre si allenava. Gli abbiamo portato la cassetta e lui invece di fare l’intervista si è messo con le cuffie a sentire le canzoni. Vabbè, ma lui era Maradona, secondo me il più grande di tutti i tempi. Pensate se fosse stato anche un atleta... probabilmente giocherebbe ancora in America come Messi e farebbe due gol a partita».

Quali altri sport segue: «Sono malato di motociclismo da sempre: anche lì, dopo Giacomo Agostini pensavo di non vedere più nessuno e invece è arrivato Valentino Rossi. E dopo Valentino, non me ne vogliano gli italiani, quel Marquez lì che ha qualcosa in più, soprattutto adesso che corre su una moto italiana».

Sulla Formula1: «Mi obbligate a fare un altro ragionamento alla Modric: che utilità c’era nel prendere il signor Hamilton? Adesso è un problema perché lui Sir Hamilton, è l’uomo che ha cambiato l’automobilismo e che ha vinto più di tutti. Ma alla Ferrari serviva davvero? Non era meglio un giovane? Temo che anche la Formula 1 abbia le sue regole di marketing e il nome di Hamilton è ben spendibile sui cappellini».

I tre sportivi che vorrebbe come concorrenti alla Ruota della Fortuna:  «Darei visibilità agli sport meno popolari di quelli che abbiamo nominato finora. Mi piacciono molto i ragazzi del nuoto, porterei uno tra Ceccon e Martinenghi; poi, visto che amo il ciclismo e sono tifoso del Milan, inviterei Jonathan Milan; chiuderei con una delle straordinarie ragazze dell’Italvolley che sono belle toste belle, diciamo una Sarah Fahr. Divertente no?».