Sui metodi in spogliatoio: “Mi piace lasciare messaggi sulla lavagna in spogliatoio e appuntarmi delle cose mentre facciamo le riunioni. Ci piace parlare, però si dice che, quando parli dimentichi, quando vedi ricordi e quando fai capisci. Quindi, è importante unire queste tre cose per progredire”.
Sul suo stile di gioco: “La mia modalità di difendere era un po’ diversa rispetto al difensore classico. Se affrontassi oggi Pulisic userei molto di più la testa più che il fisico. È importante riconoscere i pregi degli avversari ma soprattutto i difetti e indirizzarli su questo”.
Sull’assalto dei tifosi del Marsiglia ai tempi del Lione: “Quando rivedo quest’immagine (prima pagina dell’Equipe con il suo volto insanguinato) scatta il ricordo di una brutta giornata a livello personale. Mi sono reso conto che in un attimo le cose possono cambiare, che si è fragili in una vita che spesso ci porta a pensare di essere potenti. In quella triste giornata mi sono reso conto di quanti passi in avanti ci siano ancora da fare. Passando tanto tempo sui pullman ogni tanto mi capita di rivivere quei momenti”.
Sul rigore decisivo contro la Francia in finale del Mondiale del 2006: “Il rigore del 2006 non mi è mai capitato di sognarlo, né in positivo né di averlo sbagliato. Se fossi stato io l’allenatore avrei affidato a me quel rigore perché mi piace prendermi le responsabilità, sia da giocatore sia da allenatore”.
Sull’addio al calcio prima della Juve dei 9 scudetti: “Quella Juventus con cui vinsi lo scudetto mostrava già il potenziale per intraprendere il percorso dei nove scudetti. Tutto nasceva dalla società e dalla qualità delle persone che sceglievi, elementi che si percepivano chiaramente. Io, però, avevo deciso di ritirarmi a metà stagione e ho lasciato il calcio a modo mio, praticamente senza che quasi nessuno se ne accorgesse”.
Sulla Nazionale di oggi: “È un momento in cui dobbiamo ritrovare fiducia, perché abbiamo le caratteristiche per rifare ciò che non siamo riusciti a fare da troppo tempo. Questo è il tipo di pensiero che mi piace avere: altrimenti vediamo sempre solo bianco o nero, perché fa più notizia. In realtà, veniamo da anni difficili in cui non siamo riusciti a qualificarsi per il Mondiale, ma solo pochi anni fa siamo stati campioni d’Europa. Dobbiamo cogliere gli aspetti positivi, senza nascondere quelli negativi, e restare fiduciosi, perché abbiamo persone con qualità calcistiche e umane importanti”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/19fcbda9b9e7e033cb407a2fc8c3a739.jpg)