Sulla sua Academy: "Da dove provengo, Sheffield, ci sono poche opportunità e percepisco che ci sono tanti ragazzi, che sono per strada e non hanno la possibilità di farcela come calciatori. Io ero uno di loro e sono stato molto fortunato a diventare un calciatore, perciò ho voluto dare qualcosa indietro alla città da cui provengo e credo che se dovessi riuscire ad aiutare anche solo una persona a realizzare i propri sogni, avrò raggiunto il mio obiettivo".
"Ecco da dove arriva la mia routine pre-partita"
—Sulla ruotine pre-partita (sputare acqua dalla bocca, n.d.r.): "Lo facevo quando ero ragazzino, quando giocavo per lo Sheffield United. Seguivo molto il wrestling e Triple H era il mio wrestler preferito. Lui decise di farlo sempre, ogni volta che saliva sul ring. Era come salire sul ring quando giocavo a calcio. È diventato un rituale porta fortuna che mi sono portato dietro da allora".
Su come è cambiato nel corso degli anni: "Ho sentito che nel calcio moderno, guardando gli esterni che ho affrontato, non basta più solo ciò che ti ha dato la genetica. Sento che se posso aggiungere qualcosa con il lavoro in palestra, che mi renda più forte, veloce e performante, è giusto che lo faccia. Ovviamente sono stato molto fortunato grazie a mia mamma e a mio papà, per le caratteristiche che mi hanno dato, ma si può sempre dare di più e sento che sono ancora affamato di vittorie. Voglio giocare a calcio e voglio continuare a giocare più a lungo possibile".
Milan, Walker: "Ho parlato con Abraham, mi ha detto che ..."
—Se ha già parlato con qualcuno che ha vestito o veste la maglia del Milan: "Ho parlato con Tammy (Abraham, n.d.r.), gli ho chiesto come era la città, come è giocare per il Milan. Da fuori ho la percezione che sia un club importante e i giocatori che ci hanno giocato, come Kakà, Ronaldinho, David Beckham, questa tipologia di giocatori, Maldini, sono giocatori a cui mi sono ispirato. Adesso sono parte di tutto questo. Abraham mi ha detto che dovevo venire, scoprire la città, e questo ha contribuito alla mia decisione".
Se è andato oltre ai suoi sogni: "Al 1000% penso di essere andato oltre i miei sogni. Da piccolo giocare per lo Sheffield United era il mio sogno. Ci sono riuscito a 18 anni, ce l'avevo fatta. Poi ovviamente ho avuto degli anni grandiosi al Tottenham, però senza effettivamente raggiungere e vincere ciò che avremmo dovuto. Per poi andare al Manchester City e vincere 17 trofei negli ultimi 7 anni, è stato qualcosa di incredibile, specialmente il traguardo più grande, la Champions League, che siamo riusciti finalmente a vincere facendo il triplete, è stato qualcosa di fantastico. Già gli ultimi 7 anni sono stati più che abbastanza, ma tutta la mia carriera, il solo poter giocare a calcio, fare il lavoro che amo, è stato un sogno che si è realizzato".
Milan, Walker: "I nostri tifosi sono incredibili"
—Sull'importanza del n° 28: "Guardando indietro adesso penso che possa essere un segno del destino. Ovviamente è un giorno molto importante per me, ma è anche un giorno importante per questo grande club. Speriamo che ci siano altre finali di Champions in arrivo e che si riesca a scrivere ulteriormente la storia".
Sui tifosi: "Ho guardato i video su YouTube e su TikTok. I tifosi qui sono incredibili, hanno una grandissima passione, si vive per il calcio qui ed è stato uno dei motivi principali per cui sono qui. Ho ancora voglia di sentire la passione per il calcio. Si tratta di qualcosa che tutti abbiamo, che tu sia giocatore o tifoso. Per loro il cantare allo stadio, intonare i cori e supportarci in casa e in trasferta significa davvero tutto. Devono continuare, perché ci servirà una grande spinta fino a fine stagione per concludere al meglio".
"Il numero 32 è per Beckham"
—Sulla scelta del numero 32: "Prima di tutto perché è stato il numeri di David Beckham. Ho visto che il numero era disponibile, essendo inglese ed essendo che lui è un'icona per il nostro paese, spero che non gli dispiaccia. Volevo indossare il 32. Oltre ciò richiama anche la maglia numero 2 che ho indossato per tutta la mia carriera. Perciò avere anche il due vuol dire tanto per me".
Sull'esperienza da portiere: "È stata un'esperienza diversa, la scelta era tra me e John Stones. Io e lui abbiamo sempre preso in giro i portieri quando non paravano. Perciò il mister ci ha messo alla prova e ha scelto me per andare in porta. Vorrei farlo di nuovo? Probabilmente no, è stato molto difficile, ma si è trattato di un ruolo chiave che ho dovuto giocare per la squadra per riuscire a raggiungere l'obiettivo Champions League e sono riuscito a cavarmela su quella punizione, e adesso in realtà non mi ricordo più nulla".
Milan, Walker: "Vorrei ringraziare mio nonno perché ..."
—Sulla pressione che mette ai portieri: "Da difensore hai bisogno di avere una bella relazione con il portiere, devi averla con tutti i ruoli, ma noi siamo l'ultima linea di difesa e si tratta di motivazione. Voglio motivare i miei compagni di squadra, spingere loro e me stesso a diventare giocatori migliori, e ci dobbiamo assicurare che in tutta la squadra si possa fare affidamento l'uno sull'altro. Quindi piccoli banter, come li chiamiamo in Inghilterra, vanno sempre bene e assicurano che ogni giorno ciascuno dia il 110% in allenamento. E che ciò poi si possa vedere anche in partita".
Su chi vorrebbe ringraziare: "Direi mio nonno che è venuto a mancare. Se potessi, o se lui potesse vedere ciò che ho raggiunto. Lui è stato il primo a portarmi a vedere le partite dello Sheffield United e a portarmi a vivere il calcio, a regalarmi l'abbonamento. Quindi è grazie a lui che ho avuto la possibilità di guardare la mia squadra del cuore".
Milan, Walker: "Farò un tatuaggio dello stemma rossonero"
—Sul passaggio da attaccante a difensore: "È stato un allenatore allo Sheffield United, Sam Safe. Non giocavo da attaccante centrale, ci ho messo un po' a crescere, ero piccolo ma veloce, perciò gli avversari mi spingevano via dal pallone. I difensori erano molto più grandi. Il nostro terzino destro si infortunò e il mister mi chiese se volessi giocare lì. Ero veloce, potevo difendere bene perché ho giocato molto calcio di strada. È andata bene e due mesi dopo ero in prima squadra, quindi è stata una sorta di coincidenza, ma sembrava che facesse per me. Mi sono divertito, mi è piaciuta la sfida 1 contro 1 contro gli avversari e quella di mettermi alla prova".
Sul suo idolo: "Ho visto tanta Premier League, ma oltre a ciò Dani Alves è qualcuno a cui mi sono ispirato, Philipp Lahm, come ho già detto in un'intervista. Se si potessero unire due giocatori in uno si avrebbe il terzino destro totale. Pensando ad adesso cerco di adattare le mie qualità e le caratteristiche che ho, le cose che posso migliorare e semplicemente assicurarmi di essere la migliore versione di me, penso a come dare il 110% quando scendo in campo. Spero che un giorno le persone si ispirino a me dicano 'Voglio essere come lui'".
Sui tatuaggi più importanti: "Direi quelli sulla gamba sinistra, perché è un viaggio nel mio calcio tra le squadre per cui ho giocato, c'è il logo del Tottenham, dello Sheffield United, del Manchester City, adesso dovrò fare quello de Milan. Penso che mostri il viaggio della mia carriera e ciò che ho raggiunto nel lavoro che amo".
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