Cosa porta Ancelotti a poter essere un profilo adatto al Brasile? "È sempre stato capace di farsi volere bene, difficilmente si sente un giocatore parlare bene di Carlo. È una grande dote, si fa volere bene da tutti. Lavorando in nazionale, dove devi mischiare tanti giocatori di vari gruppi, credo che sarà una cosa in cui sarà molto capace".
Quali possono essere le difficoltà? "La difficoltà maggiore sarà quella di tuffarsi in un calcio molto diverso da quello europeo. È vero che la maggior parte dei calciatori brasiliani giocano nei campionati europei da tanto tempo, però quel modo di interpretare il calcio è diverso e questa può essere una difficoltà per Carlo. Poi c’è un ambiente speciale, in Sud America la passione della gente è ancora più calda rispetto a quella europea. Non so che pressione ci sia a livello di stampa, son tutti fattori con cui doversi misurare. E poi c’è il tema di mettere insieme giocatori che arrivano da squadre diverse, con pochi allenamenti a disposizione".
Era il suo obiettivo? "Io lo conosco bene, ma a livello calcistico ci siamo allontanati da tempo... Credo di sì, credo che sia il sogno di quasi tutti gli allenatori, specialmente di chi ha vissuto esperienze così importanti con i club. Magari gli sarebbe piaciuto pensare alla Nazionale italiana, che in questo momento è occupata degnamente da Spalletti, ma il Brasile è molto affascinante per chi fa questo lavoro". LEGGI ANCHE: Milan-Bologna, le probabili formazioni: Conceicao recupera due big >>>
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