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Milan-Inter, Shevchenko: “Sarà una serata magnifica. Diavolo maturo”

intervista Shevchenko derby Milan-Inter Champions League
Andriy Shevchenko, ex attaccante rossonero, ha parlato di Milan-Inter, derby in semifinale di Champions League tra passato e presente
Daniele Triolo Redattore 

Andriy Shevchenko, ex attaccante del Milan, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' del derby contro l'Inter in semifinale di Champions League. Sheva fu un protagonista tanto nel 2003 quanto nel 2005, in occasione delle uniche due volte in cui le due squadre meneghine si sono incrociate in Champions. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Derby Milan-Inter, parla Shevchenko a 'La Gazzetta dello Sport'

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Sul derby Champions tra Milan e Inter: «Sarà una serata magnifica. Non vedo l’ora di godermela da tifoso del Milan dopo averla vissuta da giocatore».

Sull'ambiente di quei giorni: «Grande tensione, grande attesa ma soprattutto passione, e sempre con atteggiamenti civili. Il derby di Milano è molto sentito, perché non c’è mai odio, o esagerazione. Diciamo che in quei giorni si vedevano più sciarpe e bandiere e credo che anche questa volta sarà così».

Su Carlo Ancelotti che non riusciva a dormire: «Ricordo anche io che soprattutto nei due-tre giorni precedenti si faceva fatica a prendere sonno, e poi ci passavamo l’emozione uno con l’altro. Ma una volta entrati a San Siro tutto finisce e ti concentri su quello che devi fare».

Sul fatto che lui è il top scorer di tutti i tempi nei derby di Milano: «Determinazione, applicazione, a volte un po’ di fortuna. Ma è sempre la squadra che vince».

Sul suo gol più importante in un derby: «Quello della semifinale del 2003, inutile dirlo. E sono affezionato al rigore di Manchester, il mio gol più importante in assoluto. Le statistiche sono importanti, poi c’è la passione. Per me quel gol vale moltissimo».

Sulla sua favorita per vincere la Champions League: «Tutte le squadre hanno chance, a modo loro. Del Milan mi è piaciuto molto lo spirito di gruppo, la capacità di soffrire. Questa Champions League ha dimostrato che non sono le star a vincere, ma la squadra nel suo complesso».

Sui giocatori che l'hanno stupito: «Ripeto, mi hanno stupito i gruppi. Anche il Manchester City ad esempio ha cambiato modo di interpretare i momenti della partita e quando deve difendere la sua area lo fa benissimo, come unico blocco: è diventato più compatto, ma davanti ha sempre tantissima qualità. La differenza nel calcio di oggi la fa la difesa nella propria area».

Sul Milan che è passato attraverso varie metamorfosi: «Pioli ha cambiato qualcosa. Il suo Milan è maturo, anche con tanti giovani. Il Milan mi è piaciuto per come ha saputo soffrire quando serviva: penso a quanto hanno lavorato Giroud e Leao, due attaccanti. E anche l’Inter ha trovato equilibrio».

Sul giocatore che più di tutti l'ha impressionato:«Haaland in area è pazzesco, capisce il momento e fa sempre i movimenti giusti. Comunque la sintesi di questa Champions è chiara: sono arrivate in fondo le squadre più concrete».

Su Guardiola che dice che la storia in Champions League conta: «Ha ragione, anche quando dice che per conquistare la coppa devi battere il Real Madrid. Soprattutto se ha un allenatore come Ancelotti».

Sull'immagine del calcio italiano che ha mandato cinque squadre nelle semifinali delle coppe europee: «I cicli tornano, i grandi club tornano sempre. E’ tornato il Milan, è tornata l’Inter tornerà anche la Juve. E il calcio italiano è sempre un punto di riferimento, la A è uno dei campionati che contano».

Sulla penalizzazione tolta per ora alla Juventus: «Non entro nel merito, ci sono i giudici che hanno tutto il materiale. Lasciamoli lavorare. Certo, la Juve è sempre un grande club e tornerà il suo momento».

Su Allegri e Mourinho molto criticati per il loro stile di gioco: «Ogni allenatore ha la sua filosofia. Allegri sa che cosa fare, i suoi giocatori hanno passato situazioni psicologicamente complicate. Quanto a Mourinho, ha trasformato la squadra, ha vinto un titolo nella scorsa stagione, sta facendo un bel campionato ed è in semifinale di Europa League. I fatti parlano».

Sulla volata Champions nel campionato italiano: «Non mi pare ci siano grandi novità. Napoli a parte, le due milanesi e le due romane lotteranno fino in fondo, ora che è rientrata anche la Juve. Sarà un bel finale per un campionato che pareva chiuso da tempo. I tifosi avranno modo di divertirsi».

Sulla rinascita del calcio italiano: «Come ho detto i grandi club tornano sempre. Non so quanto potranno durare i nuovi cicli di Milan e Inter, però la strada è tracciata. Il Milan ha vinto il campionato e sa come giocare. Adesso Milan e Inter stanno in campo da squadre mature».

Sulla Serie A d'oro ai suoi tempi: "Il calcio italiano resta un riferimento. Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga, Ligue 1: sono questi i tornei che contano e storicamente in Italia ci sono le basi per tornare stabilmente in alto, anche in un calcio in continua evoluzione. Nella prossima stagione potranno arrivare in fondo altre squadre, ma il copione non cambierà".

Sulla situazione in Ucraina: "Continuo a lavorare con la mia fondazione, è finita la fase di raccolta fondi per la costruzione dello stadio di Irpin e andremo avanti con altri progetti. Tanto è stato distrutto e c’è molto da fare, ma il popolo ucraino non si abbatte. E lo sport, come nel caso della bambina Marina che ha perso una gamba per colpa di un missile e continua a voler giocare a calcio, è uno dei tanti esempi che potrei citare. Quando sono andato a trovarla in ospedale e ho palleggiato con lei ho visto una faccia felice e il suo sorriso. Quel sorriso vale più di tantissime parole". Mercato Milan, il grande obiettivo in mediana >>>

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