Guardando il Milan di oggi, guidato da Allegri, la squadra è in vetta alla Serie A. Come giudichi le loro prestazioni finora e pensi che possano vincere il titolo quest’anno? "Devo dire che siamo un po’ delusi, perché il Milan ha vissuto due epoche straordinarie. C’è stata quella di Sacchi e di Capello, e poi quella magnifica con Ancelotti - per me, la miglior squadra che il Milan abbia mai avuto, per qualità e talento individuale dei giocatori… Ricordate Gattuso, Pirlo, Shevchenko, Seedorf… È stato un Milan assolutamente magnifico".
Desailly ha poi aggiunto: "Ora speriamo solo che il Milan possa tornare al livello che avevamo noi in passato. Quando Maldini è entrato nella dirigenza del Milan, c’era quella fortuna, quello spirito. Credo sia stato tre o quattro anni fa che hanno vinto lo scudetto. Non sappiamo bene come abbiano fatto a vincerlo, ma si poteva vedere quella mentalità vincente che stava tornando nel sistema. Ora stiamo gestendo. Stiamo sperando. Abbiamo buoni giocatori. Il Milan ha buoni giocatori. Vedi, dico ancora “abbiamo”… Il Milan ha buoni giocatori. Forse la leadership tra questi giocatori non è abbastanza forte. Ma probabilmente stanno imparando. E puoi vederlo ora con l’arrivo di Rabiot e Modrić. Ovviamente, porta il Milan a un altro livello, insieme agli altri che devono, sai, alzare il proprio livello. Se tutti insieme allo stesso tempo cercano di dare il massimo, allora alla fine il Milan tornerà al suo livello".
Tornando ai tuoi anni da giocatore, hai condiviso lo spogliatoio con alcuni dei più grandi campioni della storia, come Maldini e Baresi. Com’era dividere lo spogliatoio con stelle del genere? "Ah, la squadra del Milan! Ricordate che ho vinto la Champions League con il Marsiglia nel 1993, e ai nostri occhi il Milan era qualcosa di assolutamente magnifico. Quindi, l’anno dopo, quando mi sono unito a loro, era come vivere un sogno. E in effetti, quel sogno era reale. È un club davvero straordinario. All’epoca c’era Silvio Berlusconi, che aveva costruito le infrastrutture di Milanello; lo stadio di San Siro era semplicemente incredibile. E poi c’era la base dello spirito italiano: molti giocatori della Nazionale — otto, se non sbaglio — erano parte di quella squadra e ne rappresentavano la leadership. Era fantastico. Tutto ruotava intorno alla vittoria, tutto era focalizzato sul portare la prestazione al livello più alto possibile".
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