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Ambrosini: “Milan, ecco cosa ha di speciale Rabiot. I miei dubbi su Leao e Pulisic”

Ambrosini: 'Milan, ecco cosa ha di speciale Rabiot. I miei dubbi su Leao e Pulisic'
Massimo Ambrosini, ex centrocampista e capitano del Milan e attualmente opinionista per 'DAZN', ha parlato dei rossoneri di Massimiliano Allegri in un'intervista in un esclusiva concessa a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola
Daniele Triolo Redattore 

Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan e oggi opinionista per 'DAZN', ha parlato dei rossoneri in un'intervista in esclusiva concessa a 'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

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Sul derby Inter-Milan di domenica 23 novembre: «Sarà un derby importante, che può anche indirizzare, ma non decisivo. E, al di là della prossima gara, il Milan ha già dato segnali di poter competere».


Su cosa ha di speciale Adrien Rabiot: «Lo spessore internazionale, l’esperienza, la capacità di leggere i momenti della partita. E ovviamente la gamba: Rabiot è in grado di coprire il campo come pochi centrocampisti in Italia».

Su quanto sarebbe stato utile a Massimiliano Allegri per gestire il vantaggio contro Pisa e Parma: «Sicuramente, anche se poi, analizzando i gol subiti, nascono più da errori o disattenzioni individuali. Rabiot è il classico giocatore che ti aiuta a stare sul pezzo, a non essere superficiale».

Ambrosini sul Milan ok con le big e malino con le piccole: «Il Milan è stato un po’ ondivago, specie nei secondi tempi contro squadre di bassa classifica. Perché? Difficile da dire. L’altra faccia della medaglia è che, invece, tra Roma, Napoli, Juventus, Bologna e Atalanta ha fatto 11 punti senza mai perdere. La forza della squadra rossonera - soprattutto nelle grandi partite - mi pare sia quella di creare molto con poco. Prendiamo la gara con la Roma: il Milan ha sofferto per lunghi tratti, ma nella mezzora in cui è stato superiore ha avuto una moltitudine di palle gol, mentre dietro ha mantenuto alta l’attenzione. In un campionato in cui - per ora non si sono viste squadre perfette, può essere una caratteristica importante».

Sul guardare con fiducia al derby: «Il derby è partita imprevedibile sempre e comunque. Guardiamo cosa è successo lo scorso anno, quando il Milan si è sempre presentato da sfavorito e non ha poi mai perso, vincendo tre sfide su cinque. L’Inter, però, resta la squadra più forte del campionato, sarà un bel test».

Sulla partita che si immagina tra nerazzurri e rossoneri: «Per quello che si è visto nei primi mesi di campionato, l’Inter non rinuncerà all’aggressività richiesta da Cristian Chivu: non l’ha mai fatto finora, nemmeno a Napoli. Il Milan di Allegri, però, ama avere davanti spazi in cui ripartire ...».

Sul derby come partita ideale per Rafael Leão e Christian Pulisic: «Credo che sia una partita ideale per i due, sebbene un punto di domanda sulla compatibilità come coppia ci sia, soprattutto nell’affrontare difese chiuse a riccio. Non dovrebbe essere il caso di Inter-Milan, comunque».

Sul Milan che ha incassato più gol con il ritorno in campo di Leão a pieno regime: «Non sono molto d’accordo. Ci si concentra molto sulle lacune in fase difensiva di Leão, ma per come gioca Allegri, puoi isolare un attaccante senza risentirne troppo. Piuttosto, io ho più dubbi sulla fase offensiva. Come ho detto prima, la coppia Pulisic-Leão, senza un vero centravanti, è un’incognita in gare più chiuse. Chi è il “nove” dei due?. Leão secondo me non è una prima punta e non so quanto possa trovarsi a suo agio in certe partite. Lo è forse meno pure di Christopher Nkunku, che infatti in coppia con Leão ha giocato lì».

Su Nkunku e se si aspettava di più da lui: «Se devo essere sincero, non posso che rispondere sì, soprattutto perché sono un grande estimatore di Nkunku. Ha le sue attenuanti: ha giocato comunque poco e da centravanti che non è propriamente il suo ruolo, è arrivato non al top della forma. Però, dopo il gol con la Francia nell’ultima sosta per le Nazionali e con gli infortuni in attacco al Milan, mi aspettavo un’accelerata. Invece, mi sembra ancora un po’ spaesato».