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INTERVISTE

Ex Milan, Galli: “Ecco il giocatore più forte che ho affrontato. Il ricordo più bello è stato…”

Filippo Galli AC Milan
Filippo Galli, ex giocatore del Milan, ha raccontato a 360° il suo passato in rossonero e non solo: ecco le sue dichiarazioni in un'intervista di Dan Peterson ai microfoni di Radio Serie A TV
Redazione PM

Intervistato dallo storico ex coach di Basket, Dan Peterson, l'ex difensore del Milan, Filippo Galli, si è raccontato a 360° gradi. Ecco le sue parole.

Su Peterson:"Io avuto l'onore di averla nel settore giovanile per fare dei discorsi motivazionali per tutte le nostre figure professionali. Io ho avuto sempre stima di lei del suo lavoro, per noi sono stati momenti importanti". Pronta la risposta dello storico coach dell'Olimpia Milano: "È stato bellissimo anche per me, perchè parlavo con allenatore settore giovanile e c'erano Inzaghi, Brocchi e poi Adriano Galliani che mi ha fatto parlare con i ragazzi del settore giovanile c'erano Donnarumma, Cutrone, Locatelli, Gabbia e poi con i loro genitori".


Ex Milan, il racconto di Filippo Galli

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Sull'arrivo al Milan:"Sono arrivati nel settore giovanili del Milan ha quasi 17 anni. Ho fatto due anni di Primavera e poi un anno in prestito a Pescara e quindi sono rientrato nell'83-84 e quindi stagioni e quindi 14 stagioni, con l'arrivo di Berlusconi cambiò tutto".

Su Sacchi:"Sacchi ha portato idee nuove, oggi c'è un calcio prima e dopo Sacchi. Ha imposto di voler comandare il gioco anche contro i grandi club, ha portato innovazioni anche dal punto di vista dell'allenamento. È stato un grande innovatore, ha portato una svolta nel calcio italiano".

Su Capello: "L'avevo avuto anche prima per portarci ai play off in Coppa Uefa e vincemmo contro la Sampdoria a Torino. Anche lui è stato straordinario non volle distruggere quello che aveva fatto Sacchi. Essendo stato giocatore era in grado di creare sintonia con i giocatori che qualcuno lo spirito aveva perso. Lui ha saputo rivitalizzare i giocatori".

Su Baresi: "Ho fatto 14 stagioni, ho visto Franco Baresi allo stadio perchè ero tifoso rossonero, lui è stato il mio capitano e sarà per sempre il numero sei. Maldini altro grande capitano".

Sul 4-1 al Napoli nell'88:"Maradona ha sempre giocato per la squadra nonostante poi fosse sempre considerato il numero uno. Noi eravamo una squadra fortissima per capacità che aveva Arrigo di fare in modo che tutte le letture in campo fossero all'unisono".

Su Maradona:"Maradona è stato il mio avversario più forte, in precedenza prima di Arrigo Sacchi, Liedholm me lo faceva marcare a uomo perchè sosteneva che se sparisce Maradona per il Napoli dal campo, se sparivo  io non c'era nessun problema".

Sugli altri campioni affrontati:"Zico, Platini, Batistuta, Pruzzo, Altobelli, Vialli, Mancini chi più ne ha più ne metta".

Sui successi in Europa:"Dall'87 al 94 abbiamo vinto tre coppe dei campioni, ricordo la finale contro il Barcellona, loro in campo avevano Stoichkov e Romario due giocatori straordinari. C'era una squadra forte".

Allenatori avversari:"Ottavio Bianchi che guidò il Napoli, era pragmatico che sapeva far giocare il Napoli con tanti campioni. Mi ricordo Simoni e altri come Lippi".

Sui giovani: "C'era attenzione sui giovani vivai, molti italiani entravano nelle prime squadre. Oggi con l'apertura dei mercati e quindi con la libera circolazione dei lavoratori e quindi dei calciatori davvero ci sono tanti stranieri. Difficile il lavoro dei ct, talento c'è ma bisogna lavorare in maniera diversa".

Sulla carriera da mister:"Ho fatto per 5 anni l'allenatore: 4 di settore giovanile, due anni come collaboratore di Franco Baresi alla Primavera e due come head coach. Infine un anno nella prima squadra nello staff di Ancelotti e Tassotti, per me quell'anno è stato come andare a un master".

Su Maldini:"Ha esordito a 16 anni, era un talento che splendeva. Il mister aveva avuto coraggio a farlo giocare, non aveva paura di nulla".

Sugli stranieri:"Le regole dell'Ue di oggi, soltanto un gentlemen's agreement tra società permetterebbe di diminuire il numero di stranieri in campo, però non credo che si arriverà mai a questa soluzione. Non possiamo dettare il business di società. Per alcune prendere stranieri è per loro conveniente e gli rende sostenibili, a meno che federazione o lega incentivi chi forma e porta i giocatori in prima squadra, questo comporta però un cambiamento nel modello di business".

Sull'esperienza all'estero:"Ho giocato a 38 anni all'estero a Watford ed è stata un'esperienza straordinaria. Elton John era il presidente è venuto qualche volta nello spogliatoio, per me conoscerlo è stato qualcosa di incredibile perchè va bene le sue canzoni le conoscono tutti".

Su Vialli:"Il mio coach era Gianluca Vialli, mi ha voluto lui e sarò sempre grato perchè avevo sempre nell'animo i di fare un'esperienza all'estero e senza di lui non l'avrei mai fatta, perchè ero arrivato a 38 anni. Amavo il calcio inglese".

Su Baggio:"Ho avuto la fortuna di giocare con lui al Milan e al Brescia con Mazzone. Fu il primo anno in Serie A, l'anno precedente avevamo vinto la B e l'anno successivo arrivò Baggio che ci aiutò a salvarci".

Sui momenti difficili:"I momenti difficili sono stati tanti perchè io ho subito sette operazioni, tra ginocchia, una parte di perone. I momenti sono stati tanti, ho imparato a rafforzare il carattere".

Sui momenti belli:"Da milanista ricordò con piacere la prima Champions al Barcellona contro la Steaua Bucares. Il nostro autobus sembrava venisse spostato dai tifosi. Io giocai solo quindici minuti, devo ringraziare mister Sacchi che mi ha fatto entrare, è stata una serata indimenticabile".

Sul Milan di Sacchi:"La squadra italiana più forte di tutti i tempi, tutti avevano qualità straordinarie. Il lavoro del gruppo che era costituto da italiani. Chi arrivò dopo come Van Basten, Gullit, Savicevic si dovette adeguare alla cultura del lavoro. Non che non fossero professionisti, però quel gruppo di lavoro era unico".

Sull'esperienza nel settore giovanile: "Il Dottor Galliani mi nominò responsabile del settore giovanile dopo che avevo fatto 5 anni da mister, fu un altro lavoro. I miei colleghi mi hanno insegnato tanto e sono stati importanti".

Su Berlusconi:"Era una figura straordinaria e importante da giocatore e allenatore. Ha stravolto il mondo del calcio, ha dato professionalità ha portato l'azienda nel calcio. Mi ricordo ci invitò al casino di Saint-Vincent, non ha giocare, ma ad una convention di Publitalia che era la concessionaria per la pubblicità delle reti televisive. Tenne un discorso di un'ora e poi girò su tutti i tavoli di 120 persone, lui conosceva tutto di queste persone: nome, cognome, azienda, hobby, squadra a cui tenevano. Questo è uno dei insegnamenti importanti".

Peterson: "Galliani nell'87 a chiedermi che Berlusconi voleva parlarmi della possibilità di allenare il Milan nell'anno successivo, dissi no perchè sono mister dell'Olimpia, quindi se mi potete aspettare chissà, ovviamente non hanno aspettato e arrivato Sacchi".

Sulle finali dell'Inter:"Si spera che un'italiana riesca a tenere il passo delle altre. Per esempio PSG, Liverpool queste squadre sono sempre più attrezzate perchè sono riuscite ad ottimizzare la revenue rispetto al loro spettacolo e quindi ad andare sul mercato e avere forza di attrarre giocatore investire sui territori".

Sui giovani allenatori:"Ci sono giovani allenatori in Italia molto bravi puntando su di loro e credo si debba puntare su di loro. Dal punto di vista della qualità di allenatori l'Italia è una fucina, il problema è che a volte non si da a loro fiducia e sono costretti ad andare all'estero. La Serie A è la più difficile perchè c'è molta tattica le squadre si affrontano meno in maniera aperta e c'è necessità ancora più profonde che magari uno non ha".