Su Paolo Maldini: "Maldini lo allenavo nella Primavera, Liedholm vide prima di me qualcosa in lui, io non ero d'accordo quando fu convocato in prima squadra. Nils pose le basi, la difesa a quattro la impostò lui al Milan: quella è stata la base di tutti i successi miei e di Sacchi".
"Savicevic geniale. Beckham buono, ma non buonissimo"
—Su Dejan Savicevic: "Io i giocatori bravi li ho sempre apprezzati, il problema è che all'inizio giocava un tempo solo: facemmo una riunione con i giocatori, perché loro lo volevano in campo ma chiedevano che corresse di più. Il problema fu risolto così, trovammo un equilibrio: il suo pallonetto per il gol del 3-0 in finale contro il Barcellona resta una perla, era geniale. Il giorno della finale della coppa Intercontinentale, nel 1993, seppi al mattino della partita che la sua squalifica in quella gara non contasse: avevo però provato per tre giorni la formazione con Raducioiu e non me la sentii di cambiare. Perdemmo, ma ero a posto con la mia coscienza: non potevo tradire la fiducia di un mio giocatore".
Su Roberto Carlos: "Il procuratore Branchini mi disse che l'Inter lo avrebbe venduto a una certa cifra, chiesi di ricevere un fax personale perché la cifra per me era bassissima: arrivò e mandai il presidente del Real a comprarlo il mattino seguente, evitammo che la notizia si diffondesse, si sarebbe scatenata un'asta".
Su David Beckham: "Buon giocatore ma non buonissimo. Però grandissimo professionista. Calciava bene e aveva qualità, una grande visione di gioco, anche se non dribblava. Era una persona fantastica, si allenava sempre seriamente: la società non lo voleva più dopo che aveva firmato a gennaio per andare ai Galaxy la stagione successiva, io una settimana lo lasciai fuori ma poi mi impuntai e ottenni fosse reintegrato. Con il suo ritorno in campo vincemmo la Liga". LEGGI ANCHE: Milan, direttore sportivo: nessun casting. Si tratta con Paratici: il punto>>>
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.pianetamilan.it/assets/uploads/202512/376d09bfcf0be6a048c234cd29637c33.jpg)