Graziano Cesari, ex arbitro e volto della moviola, ha raccontato a La Gazzetta dello Sport la sua visione sul Var e sul futuro del calcio: tra Var a chiamata, tempo effettivo e nuove regole.
Graziano Cesari, ex arbitro e volto ormai consolidato della moviola televisiva, ha concesso una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport, pubblicata nell'edizione odierna. Nel corso del dialogo con il quotidiano, Cesari ha affrontato con franchezza diversi temi legati al mondo arbitrale, svelando alcuni interessanti retroscena e offrendo spunti di riflessione sul Var se fosse esistito nei suoi anni.
Oltre a ripercorrere alcuni momenti significativi della sua carriera, l'ex direttore di gara ha anche parlato di due possibili novità che, secondo lui, sarebbero importanti per migliorare una partita di calcio. Ecco riportate di seguito alcune dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta in edicola stamattina.
Le parole di Graziano Cesari
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Lei sarebbe stato un arbitro migliore con il Var? "L 'avrei benedetto. Non dico che sia la panacea di tutti i mali, però un salvagente fondamentale e non se ne può più fare a meno. Noi eravamo in tre, arbitro e due assistenti. Oggi sono una squadra tra campo e sala Var".
Non trova che gli arbitri siano un po' sudditi della revisione video? Ormai nessuno tiene il punto davanti alle immagini. "I benefici veri li vedremo con la nuova generazione di arbitri: Zufferli, Marcenaro, Bonacina sono cresciuti con il Var. Detto questo, servono coraggio, personalità e una buona dose di narcisismo".