"Solo che stavolta io ero in attacco. Danilo Cataldi batté la punizione perfettamente, io feci come per liberarmi da qualcuno, anche se non era così, visto che difendevano a zona, poi il contro-movimento mi permise di vedere la palla. A quel punto mi lanciai. Pensai: 'Ora la spizzo e il portiere avversario manco vede la palla, né si tuffa'. Il destino volle che fosse tutto esattamente così".
Su cosa gli è rimasto di quel gol: "Un valore forte: il legame con i tifosi. Pensi che tutti si ricordavano - e si ricordano ancora - cosa stessero facendo quel giorno, quando hanno appreso di quel mio gol. Qualcosa che a distanza di tempo mi tocca il cuore".
Sull'aver segnato a Gianluigi Donnarumma: "Uno dei primi tre portieri del mondo. Sono rimasto legato a Gigio da quell’episodio, ci scherziamo ancora. L’unica cosa brutta è che poi pagai tutta quella esposizione mediatica, il Benevento prese anche un altro portiere. Avrei voluto dimostrare ancora le mie qualità tra i pali, per far vedere che fossi capace come portiere. Nella mia carriera non ho mai avuto l’occasione di giocare dieci partite di fila in Serie A, nonostante avessi fatto bene in B. Resta questo cruccio. Alcuni hanno avuto delle possibilità in più, a me nemmeno quell’unica possibilità".
Sullo shock provocato dal gol: "Un ragazzo del mio paese venne a Benevento a vedere la partita. Lui è milanista, quasi quasi era contento avessi segnato al suo Milan. Nonostante fosse stato un qualcosa di negativo per i rossoneri mi ringraziò: gli avevo fatto vivere un’emozione che gli sarebbe rimasta per sempre. I calciatori del Milan? Non mi azzardai a salutarli al termine della gara perché immaginavo potessero essere scossi. Anni dopo Antonelli, con cui avevo giocato in passato, mi disse: “Lascia stare Brigno, è stata una cosa folle”. Che ricorderemo per sempre".
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