Ha poi proseguito: "Alla Cremonese sto benissimo. Detto questo, c’è un filo conduttore nella mia vita privata e calcistica che si chiama sensibilità. Ho 28 anni, ma ne avevo 16 quando esordivo nell’Inter. Ho cambiato parecchie squadre, ho conosciuto tanti allenatori, ho avuto tanti compagni, pochissimi sono diventati amici. Per me fare il calciatore è un plus, un’aggiunta, ma non mi etichetta. Quando esco dallo spogliatoio, esco come ci sono entrato: da persona normale".
Concludendo, ha detto: "Non voglio portare in giro il mio status di calciatore, voglio invece che le persone si relazionino con me per quello che sono realmente. Certo, per le aspettative che mi si erano create intorno quando ero nel settore giovanile dell’Inter, sicuramente avrò deluso qualcuno".
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