Se deve ringraziare Zico: “Sì, assolutamente. Fu lui a farmi da sponsor. E quanti consigli preziosi mi ha dato… mi diceva di non mollare e che mi sarei presto innamorato di Udine. Aveva ragione. Davanti con Bierhoff e Poggi ci siamo divertiti: eravamo un tridente fantastico”.
Sul quasi addio all'Udinese: “Ci sono andato molto vicino, in realtà. Ancelotti voleva portarmi alla Juve, mi chiamava spesso per convincermi. Stavo per trasferirmi a Torino in uno scambio con Titì Henry. Lui sarebbe andato all’Udinese e io alla Juventus. Poi, all’ultimo, lui ha detto di no e l’affare è saltato. Ma va bene che sia andata così… era il gennaio del ‘99 e a fine anno ho vinto la classifica cannonieri della Serie A”.
Sul fatto di esser stato l'ultimo brasiliano a vincere la classifica di capocannoniere: “Sì, lo so. Per me è un orgoglio e un grande vanto. Soprattutto se penso che negli anni in Italia sono passati Ronaldo il Fenomeno, Ronaldinho, Robinho e Adriano… eppure quel primato è ancora lì”.
Amoroso: "L’Udinese è stato il mio primo amore. La chiamata del Milan invece..."
—Sul Milan e il 'ritrovamento' di Ancelotti: “Già, fa sorridere se uno pensa alle casualità della vita. Ci siamo ritrovati sette anni dopo, per caso. Evidentemente era destino. Sto parlando dell’inverno del 2005, prima del Mondiale in Germania. La chiamata del Milan è stata per me motivo di orgoglio, sognavo di indossare quella maglia. Sono cresciuto con i gol di Van Basten e le magie di Savicevic. Ricordo quei mesi con grande piacere, anche se non ho avuto molto spazio. Ancelotti mi preferiva Sheva, Inzaghi e Gilardino, io ero la quarta scelta. Ma non ho rimpianti, era giusto così”.
Se oggi segue ugualmente il calcio: “Certo. Faccio il commentatore per ESPN e seguo tanto il mondo del pallone. Ho un occhio di riguardo per il calcio brasiliano, ma cerco di guardare un po’ tutto. Soprattutto le “mie” squadre…”.
Su cosa fa, ad oggi, nella vita: “Allora, io sono uno che non si è mai fermato. Non riesco, devo sempre stare in attività. Oggi gestisco quattro diverse attività, tutte a Campinas. A un passo da casa, anche per stare vicino alla mia famiglia. Ho un’azienda che si occupa di elettrodomestici, una di telefonia e una di cibo per cani e gatti. In più ho aperto un centro sportivo di Padel e Footvolley sulla sabbia, che gestisco personalmente”.
Su come gestisce il tutto, ha dichiarato: “Intanto sono uno che ha studiato molto ogni investimento. Ogni azione è stata oculata, mai alla cieca. E poi mi circondo di persone fedeli, competenti e precise. Tengo sempre d’occhio i conti e almeno una volta al giorno faccio una riunione con ognuno di loro”.
Sulla squadra di Allegri: “Eh… hanno cambiato tanto. C’è bisogno di tempo. Ma Allegri è una vecchia volpe del calcio italiano. Conosce il Milan e la Serie A. Saprà creare l’ambiente giusto e riportare i rossoneri almeno in Champions. I tifosi se lo meritano”.
Parentesi Udinese: “Qui parlo da tifoso. Udine è casa mia, lì è nato mio figlio, sono di parte. Vedo, però, una squadra solida con buone individualità. Mi piacciono molto Solet e Iker Bravo, attaccante come me”.
Se, ad oggi, avrebbe vinto ugualmente la classifica dei cannonieri: “Altroché! Farei 30 gol con la squadra giusta alle spalle. Credo che, purtroppo, il livello sia un po’ più basso rispetto ai nostri tempi. Quando giocavo io in Serie A c’erano davvero tanti campioni. Oggi, un po’ meno, è tutto un po’ diverso…”.
Un giocatore in cui si rivede: “Scelgo un brasiliano e dico Neymar. Abbiamo le stesse qualità. Anche lui è veloce, tecnico, dribblomane. Ha fatto una carriera migliore, questo senza dubbio. Però a livello di spunti, guizzi e talento mi ci rivedo molto. Spero riesca a salvare il Santos e a riconquistare la nazionale brasiliana”
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