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INTERVISTE

Ambrosini: “Milan, ecco cosa darà Allegri. Su Tare, Ricci e Modric …”

Ambrosini: 'Milan, ecco cosa darà Allegri. Su Tare, Ricci e Modric ...'
Massimo Ambrosini, ex centrocampista del Milan, ha parlato del ritorno di Massimiliano Allegri in rossonero e non solo: le sue dichiarazioni
Daniele Triolo Redattore 

Massimo Ambrosini, ex centrocampista e capitano del Milan, ha avuto Massimiliano Allegri come allenatore in rossonero e, a tal proposito, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Ex Milan, Ambrosini parla alla 'rosea' del ritorno di Allegri

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Ambrosini su cosa ricorda di Allegri al Milan nel 2010, alla sua prima esperienza con un top club: «Aveva grande entusiasmo ed era dotato di una genuina capacità di integrarsi con lo spogliatoio. Alla vigilia del suo arrivo poteva essere questa l’incognita e invece lui non si è imposto in maniera anormale, ma spontanea. Mostrando comunque la sua personalità».


Sullo Scudetto al primo tentativo con Allegri in panchina e Zlatan Ibrahimović in campo nel Milan: «L’arrivo di Ibra portò eccitazione nel mondo Milan, ma non in Allegri che, pur felice, non si è mai scomposto. Mi ricordo che quando la Gazzetta annunciò che l’operazione era quasi chiusa, con il giornale in mano nello spogliatoio gli chiesi se la notizia fosse vera. Mi rispose di sì con compostezza e senza esaltazione. Io invece avevo i brividi ...».

Su Allegri che si impose in quel gruppo di campioni: «Allegri aveva la capacità di far convivere i giocatori di classe, da Seedorf a Boateng, da Ibra a Robinho. Trovava la chiave giusta per far rendere tutti al massimo e per ottenere sacrifici per la causa. Poi però non dimentico che l’arrivo a gennaio di Cassano e van Bommel, quando Pirlo e io eravamo infortunati, sono stati importanti».

Ambrosini sull'effetto che gli fa rivedere Allegri sulla panchina del Milan dopo tanti anni: «Io sono nostalgico di natura e quando mi ricordo dei bei momenti del passato, sono sensibile. Gli auguro di avere lo stesso impatto che ha avuto con noi e sono convinto che sarà così».

Sulla scelta di Giorgio Furlani e Igli Tare di puntare su di lui: «Alla luce di ciò che è successo la scorsa stagione, la trovo giustissima. Nessuna scelta ti dà la certezza di vincere o di ottenere risultati, ma Max darà senso di responsabilità alla squadra».

"Il Milan dovrà puntare in alto. Deve ambire ad eccellere"

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Sul Milan che - senza coppe - potrebbe ripetere quanto fatto dal Napoli di Antonio Conte nell'ultima stagione: «È la più grande delle banalità e, allo stesso tempo, la più grande delle verità. Parlare di prospettive future, con due mesi di mercato davanti, è impossibile, ma il Milan dovrà puntare in alto. Se c’è una cosa che manca da troppo tempo è l’ambizione di eccellere. E se indossi la maglia rossonera devi almeno ambire a eccellere. In ogni momento. Non si può vincere sempre, ma nessuna delle componenti può prescindere dall’ossessione di volerlo fare».

Sulla scelta di Tare come direttore sportivo: «Tare conosce il calcio e i calciatori, lavora sul campo e ha tanti anni di esperienza alle spalle. È uno concreto che non vende fumo».

Su Samuele Ricci: «Un buon giocatore e un ragazzo di prospettiva, che ha l’attitudine e la volontà giuste. Il Milan ha bisogno di geometrie in mezzo al campo e per me lui, con due mezzali di qualità e inventiva, può essere un play ideale per il fraseggio».

Sull'arrivo di Luka Modrić: «Può fare anche il regista davanti alla difesa, in certe partite o spezzoni, soprattutto a San Siro, ma Max la qualità la cerca nelle mezzali e non mi stupirei se il croato giocasse lì».