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Albertini: “Il Milan deve puntare allo Scudetto. Modric fuoriclasse: con lui tutto più semplice”

Daniele Triolo Redattore 
Demetrio Albertini, ex centrocampista del Milan a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, ha rilasciato un'intervista in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco le dichiarazioni sui rossoneri: focus su Luka Modric e Scudetto

Demetrio Albertini, classe 1971, ex centrocampista del Milan di Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, ha parlato in esclusiva a 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Tema, ovviamente, i rossoneri di Massimiliano Allegri. Ecco, dunque, le dichiarazioni dell'ex Metronomo del Diavolo.

Milan, senti Albertini: "Il Diavolo può stare in alto"

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Sul Milan che, con tre vittorie di fila, ha lanciato un messaggio in chiave Scudetto: "Il Milan non può ma deve lottare per lo Scudetto. Quando indossi la maglia rossonera sei obbligato a puntare al massimo, anche per capire l'anno dopo cosa ti manca. La gestione dei momenti durante la stagione è un'incognita per tutti, ma queste prime giornate hanno fatto capire che il Diavolo può stare in alto".

Sui meriti di Allegri: "Lui sa come si vince e come si costruisce qualcosa. Se hai un gruppo solido, che ti segue e lavora bene, trasmettere il proprio credo tattico è più facile. Contro il Bologna e a Udine ho visto una formazione con le idee chiare".

Sul centrocampo chiave di tutto con Luka Modric e Adrien Rabiot che comandano: "Lì in mezzo il Milan ha uno dei reparti più forti del campionato. Se la gioca con il Napoli, direi. Ad Allegri forse può mancare qualcosa in attacco, ma a centrocampo ha già trovato l'equilibrio giusto tra giovani e anziani. E con anziani mi riferisco chiaramente a quel fuoriclasse che si chiama Modric".


Sull'impatto di Modric nel Milan e nel calcio italiano: "Modric ha dato tranquillità e serenità al gruppo. Solo un grande campione che gioca in quel ruolo riesce a far rendere i compagni di più rispetto alle aspettative. Con Luka tutto è più semplice. Sia per i giovani sia per i nuovi".

Sulla standing ovation del pubblico di Udine nei confronti di Modric quando è uscito dal campo: "A Modric è già successo altre volte ed è giusto così perché una cosa è la rivalità, un'altra è la riconoscibilità del valore di un campione. Lui ha fatto tanto per il calcio e delizia ancora con le sue giocate".

Su Modric spettacolare davanti alla difesa: "Modric non deve rincorrere gli avversari, ma dare un senso alla manovra. Ha bisogno di mezzali che si facciano trovare e lui detta il passaggio. Non puoi chiedergli la tenuta fisica di un ventenne o di correre per 90'. Con quei piedi però fa la differenza".

Su Andrea Pirlo ultimo regista del Milan con questa qualità: "Il paragone tra i due regge e non a caso sono due mezze punte che nel corso della carriera hanno arretrato il raggio d'azione per mettere al servizio della squadra la loro qualità. Prima i 10, da Michel Platini a Giuseppe Giannini, erano protetti da mediani e stavano alti, poi in mezzo sono stati utilizzati giocatori come Ancelotti e me che potevano fare sia gli incontristi sia i registi. Pirlo in quel ruolo ha cambiato il calcio e adesso il Milan ha un altro campione davanti alla difesa".

Su Rabiot che ha impressionato e se se l'aspettava subito decisivo: "Certo perché conosce Allegri e parla la sua stessa lingua calcistica. Averlo ha aiutato il gruppo a capire meglio ciò che il tecnico si aspetta: ecco perché Max lo ha chiesto con tanta forza al club. Mi sarei stupito se Rabiot non avesse giocato subito così bene: ha trent'anni, conosce il nostro campionato ed è quello che mancava".

Su Youssouf Fofana perfetto per completare il reparto di centrocampo: "Esatto. E se pure lui segna come a Udine... Il francese ha qualità importanti e con Modric e Rabiot le può evidenziare più facilmente".

Sulla difesa del Milan, che negli ultimi 270' di gioco non ha preso gol: "Nella fase difensiva i centrocampisti hanno un ruolo importante. Se gli avversari si inseriscono a mille all'ora o se sei sempre uno contro uno, anche il migliore difensore al mondo soffre. Adesso la retroguardia è più coperta e i risultati si vedono".