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Luca Ravenna: “Derby? Il Milan deve per forza vincerlo…” | PM Intervista

Intervista a Luca Ravenna, comico e tifoso dell'Inter
Il derby, la campagna acquisti di Inter e Milan e i fischi a Donnarumma. Abbiamo parlato di questo, e altro ancora, con Luca Ravenna

Conclusa la sosta per le nazionali è tempo di Serie A. Il campionato italiano riprenderà con la quarta giornata e il match più atteso è sicuramente il derby di Milano. Inter e Milan si affronteranno in una situazione mai accaduta prima: in testa alla classifica e a punteggio pieno. Insomma, un anticipo per la lotta Scudetto. Di questo, e di altro ancora, non potevano non parlarne con un grandissimo tifoso nerazzurro, e ancora più grande comico, come Luca Ravenna. Ecco le sue parole fra derby, mercato, Lukaku e Arabia Saudita.

Il mercato ha portato tanti cambiamenti sia al Milan che all'Inter, come hai vissuto, da tifoso nerazzurro, la campagna acquisti di entrambe le squadre?

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"Intanto, come diceva Capello, nel mercato si possono sbagliare gli acquisti ma non si possono sbagliare le eccezioni. È un mantra che ha a che fare con il mercato di ogni squadra, in particolare con due compagini che hanno perso il capitan futuro, simbolo del tifo rossonero, che è Tonali, e l'altra il giocatore per il quale sembrava fossero tutti pronti a fare un grande sacrificio economico che è Lukaku. Pare, da queste prime tre giornate, che comunque Inter e Milan non abbiano perso competitività. Mi sembra che il mercato sia stato sicuramente estenuante quest'anno, anche per il mercato arabo che ha bersagliato i campionati europei a suon di milioni. Bisogna vedere se cedere Tonali e non aver tenuto Lukaku sia stato un bene o un male. Nell'Inter non hanno ancora giocato i nuovi, come Pavard. Nel Milan, invece, i nuovi come Loftus-Cheek stanno giocando molto bene. Il mercato è sempre irritante o entusiasmante, poi però quando inizia il campionato non ci pensi più".


Il derby di sabato vedrà per la prima volta Inter e Milan a punteggio pieno e in testa alla classifica, come la vedi e come la stai vivendo questa sfida che potrebbe essere un anticipo della lotta scudetto fino alla fine della stagione?

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"Da quando hanno rivoluzionato il calendario, all'inglese, Inter e Milan giocheranno contro a settembre e poi ad aprile ci sarà il ritorno. Da anni abbiamo il derby alle prime giornate e non è una cosa che mi piace. A me piace il derby invernale, quello a novembre, freddo. Poi sono di Milano quindi sono attaccato a queste tradizioni. Quindi arriva molto presto nella stagione, i nuovi non sono ancora inseriti per bene, vediamo. Sono già due anni che Inter e Milan lottano fino a maggio, o per lo Scudetto o per la Champions, ed è una delle cose più stressanti che ci siano al mondo. Per tanti anni il Milan era su e l'Inter era giù e poi il contrario. È vero che è la prima volta che arrivano lì appaiate con tutte vittorie, però la spinta del Milan nel voler vincere questo derby può fare la differenza. Il Milan deve per forza vincerlo dopo averne persi quattro. Sono un po' terrorizzato per questa cosa. Non mi pare che ci sia una favorita e una sfavorita, entrambe giocano bene, quindi vediamo un po' che cosa sarà".

Istanbul è una città che ha portato male anche all'Inter: secondo te c'è una maledizione per le squadre milanesi o, un giorno, una fra Inter e Milan riuscirà ad alzare un trofeo ad Istanbul?

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"Io ci sono andato e, dopo la partita, ho pensato che è stato orribile perderla così, figurati come la perse il Milan in questa città che è molto affascinante ma non è un posto dove non fare la finale di Champions League. Lo stadio Ataturk è scomodissimo, ci hanno tenuti lì per ore, in questo piazzale al sole tant'è che, una volta arrivati in curva, eravamo tutti stanchi. Sicuramente una città maledetta, giustamente i tifosi di Milan e Juventus hanno visto la finale, come tante volte capitato a noi, dallo spioncino ed erano ben contenti del risultato. Penso che solo la finale di Parigi, con Real Madrid e Liverpool, sia stata peggio per organizzazione. Brutto perdere le finali, perderle così poi, però il Manchester City doveva vincere, hanno fatto delle manovre economiche per vincere. L'impressione è che il City si sia sbloccato con questa vittoria, detto questo è abbastanza surreale che vi siano squadre che possono spendere così tanto e altre, che appena spendono un 1500 euro in più, gli arriva la mannaia del Fair Play Finanziario. C'è chi può fare cose che noi non possiamo fare. Poi Milan e Inter sono arrivate lontano anche grazie ad un sorteggio benevole, e in Champions la fortuna è fondamentale".

Hai visto e vissuto tanti derby fra Inter e Milan: ma qual è stato il derby in cui hai sofferto di più e quello in cui hai gioito di più?

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"Quello in cui ho gioito di più penso il 4-0 del 2009, quando arrivò Sneijder due ore prima della partita praticamente. Quello in cui ho sofferto molto il 2-0, sempre del 2009, quando Julio Cesar parò il rigore a Ronaldinho. In quel momento l'Inter era un po' sulle gambe, giocava in 9, la Roma stava risalendo e perdendo quel derby avremmo rischiato molto. Anche quello del 3-4, nel 2006/07, ho sofferto molto, poi in generale il derby non è che sia un piacere. Uno in cui sono stato malissimo è stato quello finito 1-1 (2013, ndr), con gol di El Shaarawy e Schelotto. Tutto avrei voluto nella mia vita tranne vedere Balotelli che segna al derby contro l'Inter. C'è da dire che in quella partita Handanovic fece dei miracoli incredibili per non farlo segnare".

Milan e Inter hanno vissuto anni difficili, soprattutto quelli antecedenti al 2021. Quanto ti ha rattristito quel periodo e quanto, invece, ti rinvigorito questa competitività ritrovata fra le due squadre?

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"Vedere Inter e Milan in condizioni da metà classifica è molto triste. Milano ha due grandi squadre, tradizionali, è sicuramente pù bello lottare per i trofei. Molta della bravura penso sia dei dirigenti e degli allenatori di entrambe le squadre. È bello che siano tornate lì".

Da tifoso dell'Inter hai vissuto il tradimento di Lukaku e, collegandoci ai fischi ricevuti da Donnarumma nel match fra Italia e Ucraina, quando l'attaccante belga tornerà a San Siro con la Roma, tu da che parte starai?

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"Io ero innamorato di Lukaku, ma in generale metterei un'ammonizione di default. Se tu vai in un posto qualsiasi e in un'intervista dici che hai sempre sognato giocare in quel posto e baci la maglia, entri in campo già ammonito. Se in campo baci lo stemma ma hai giocato meno di 10 anni in quella squadra vieni ammonito. Il calcio è sicuramente un business enorme, noi siamo gli sciocchi che spendono un sacco di soldi per servire questa roba, ma proprio perché spendiamo questi soldi che questa roba esiste. La cosa bella è essere dei tifosi un po' infantili. Una cosa non devi fare nel calcio: mentire senza motivo ai tifosi. Su Donnarumma, quando vesti la maglia della Nazionale è diverso. L'Italia è un'altra squadra, la squadra per definizione. Detto questo, come ha spiegato Spalletti, sono professionisti e possono prendersi questi fischi e basta. Quando tornerà a San Siro come avversario del Milan? Donnarumma è nato e cresciuto nel Milan, ha tenuto dentro anche il fratello (Antonio Donnarumma, ndr), che ricordiamo ha giocato un solo derby e ha sbattuto l'Inter fuori dalla Coppa Italia (Milan-Inter 1-0, Coppa Italia 2017, ndr). Il tifo è fatto di questo, poi penso possa gestire la cosa".

Quale giocatore ruberesti a questo Milan?

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"Giroud sicuramente, è uno di quegli attaccanti come Cruz o Tomasson. Fortissimi, segnano sempre, affidabili, professionisti. Giroud mi piace tantissimo. Leao è un campione. Mi piaceva anche Tonali, uno di quei giocatori a cui i tifosi tengono tanto, come Barella. Apprezzi anche i comportanti faziosi, proprio perché tifano anche loro".

Abbiamo visto che tanti giocatori si sono trasferiti in Arabia, ultimo caso anche quello di Roberto Mancini che abbandona la Nazionale. Cosa ne pensi di questo mercato?

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"È un mercato che si manterrà, magari non a questi ritmi. Se puntano ad espandersi si espandono. Poi hanno l'obiettivo del 2030 con il Mondiale, senza contare il nuovo mondiale per club. L'obiettivo è sicuramente quello di colonizzare il mondo del calcio. Su Mancini, gli stimoli erano finiti. Ha sicuramente sbagliato i modi, anche con l'Inter lo ha fatto due volte che ci ha lasciato all'improvviso. Probabilmente è una persona che ha avuto poco come giocatore, pur essendo un campione appena sotto Roberto Baggio come livello in Italia, e quindi si è preso un po' tutto come allenatore. Se viene in Italia non è che gli offrono un caffè al bar adesso, con tutto che ha vinto un Europeo". LEGGI ANCHE: Stadio San Donato, assemblea contro il progetto rossonero >>>

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