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ESCLUSIVA – Condò: “Yonghong Li? Bisogna fare luce. Giampaolo? Vi dico i suoi errori …”

Paolo Condò (credits: basketinside.com)

In esclusiva per PianetaMilan.it è intervenuto il noto giornalista sportivo italiano Paolo Condò con cui si è parlato degli ultimi temi legati al Milan

Peppe Gallozzi

ULTIME MILAN - Dalle parole di Ivan Gazidis, con i rossoneri a rischiare addirittura la Serie D, fino al nuovo Milan di Stefano Pioli. Passando per Marco Giampaolo e la rosa attuale. Di tutti questi argomenti, conditi da molteplici riflessioni, ne abbiamo parlato in esclusiva per 'PianetaMilan.it' con Paolo Condò, una delle principali penne (e non solo) italiane legate al calcio mondiale.

Che idea si è fatto delle pesanti parole pronunciate da Gazidis circa le condizioni disastrose del Milan al momento del passaggio di proprietà?  "L'idea che mi sono fatto è che sia ancora molto di non detto sulle varie questioni relative alla vendita del Milan. Il passaggio precedente, quello con Yonghong Li per intenderci, continua a sembrarmi stranissimo. E' una vicenda sulla quale bisognerà far luce, una storia talmente assurda da non poter essere come ci è stata raccontata. Gazidis ha parlato di un club sull'orlo del fallimento e Silvio Berlusconi ha detto che certe cose andrebbero dette solo al bagno, ma non le ha negate. La cosa importante è non farsi abbindolare e non prendere per oro colato le spiegazioni che nel tempo ci sono state propinate".

Torniamo al campo. Quali sono le sue sensazioni sull'arrivo di Stefano Pioli sulla panchina rossonera? "Pioli è un buon allenatore e su questo non c'è dubbio ma non è mai riuscito a diventare un top manager. Ha avuto due opportunità importanti, alla Lazio ha fatto ottenere un risultato importante immediatamente sotto agli Scudetti. All'Inter aveva iniziato molto bene ma non è riuscito a frenare la dinamica di dissoluzione all'interno della rosa una volta sfumato l'obiettivo della Champions League. L'esonero a poche giornate dalla fine mi è sembrato pesante e umiliante per il professionista. Questa è la sua terza occasione e probabilmente è quella decisiva. Penso che se dovesse andar male non ne avrà più. Quello che è certo è che arriva al Milan un professionista motivatissimo a dare il suo meglio".

Cosa ha pagato, secondo lei, Marco Giampaolo? "In primis il fatto che la rosa era stata sopravvalutata e lo stesso Giampaolo non condivideva il parere della dirigenza. Ritengo anche che in sede di mercato sia stato ascoltato molto poco. Ha pagato la scarsa abitudine ad un ambiente con pressioni mostruose anche se gli errori più lampanti sono stati due".

Quali sarebbero stati questi errori? "A livello comunicativo per spiegare il suo calcio ha usato la parola talebano e questa è una parola sbagliata perché il talebano è un fanatico. L'altro errore arriva a Marassi quando sbaglia la formazione iniziale lasciando fuori Lucas Paquetá e Rafael Leao perché non si è messo nei panni del tifoso del Milan. Dopo la cessione di Ibrahimovic e Thiago Silva al PSG il Milan ha cominciato un decadimento prima lento e poi sempre più veloce. Il tifoso era abituato a vedere altre squadre, altri giocatori. Era abituato a vedere i cosiddetti fenomeni e vari giocatori di talento nell'era di Arrigo Sacchi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti. Oggi sono Gigio Donnarumma in prospettiva potrebbe rivelarsi più forte dei vari Giovanni Galli, Sebastiano Rossi e Dida. Quello che ha fatto vedere Leao nel derby e con la Fiorentina aveva dato speranza al tifoso che lo poteva aver identificato come un nuovo portacolori per il futuro rossonero. Giampaolo sbaglia a non farlo giocare a Marassi nel primo tempo e sbaglia a non dare al tifoso quello che lo fa sorridere, in quel caso Leao".

E domenica, nella sfida di 'San Siro' con il Lecce, che Milan si aspetta? "Una partenza molto determinata. La storia del calcio ti insegna che quando cambi allenatore la prima partita, generalmente, l'encefalogramma torna ad essere bello animato. La cosa importante, dopo un po' di giornate, sarà quella di riuscire a mantenere alta la concentrazione e la tensione. Con l'Inter dopo una serie positiva si fermò alle avvisaglie negative e non riuscì ad invertire la rotta. Al Milan deve farlo, si gioca una grande occasione in un grande club". Andiamo a vedere, intanto, la situazione dei bilanci del Milan dal 2012 ad oggi: continua a leggere >>>

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