PIANETAMILAN la storia amarcord “Non poteva farlo”: il gol geniale di Shevchenko che sorprese Buffon in Milan-Juventus 2001

AMARCORD MILAN-JUVE

“Non poteva farlo”: il gol geniale di Shevchenko che sorprese Buffon in Milan-Juventus 2001

“Non poteva farlo”: il gol di Shevchenko che sorprese Buffon in Milan-Juve
Il gol di Shevchenko a Buffon, in pallonetto, in quel Milan-Juventus del 9 dicembre 2001 rimarrà per sempre nella storia. Era un cross o un tiro?, si chiesero molti. Sheva su questo è stato lapidario
Redazione

Ci sono ricordi che non hanno bisogno di essere introdotti, perché parlano da soli. E per chi ama il Milan, uno di questi è il pallonetto con cui Andriy Shevchenko superò Gigi Buffon, in un Milan-Juventus del 9 Dicembre 2001, che sembrava normale, finché Sheva non decise di trasformarlo in un manifesto di bellezza calcistica. È uno di quei momenti che non riguardano solo un risultato o una classifica: riguardano l’anima. Riguardano ciò che ci ha spinti ad amare questo sport. Se non lo ricordate o siete troppo giovani per ricordarlo, vi lasciamo il video qui in alto.

Milan, il gol di Shevchenko contro la Juventus

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L’attimo che cambia tutto: Sheva vede quello che nessuno vede. La palla arriva a Shevchenko su una giocata che non ha niente di speciale. Una situazione che, nella logica del calcio, avrebbe potuto chiudersi in tanti modi: un passaggio semplice, un tiro di potenza, un dribbling. E invece no. Invece Sheva, come sempre, legge prima degli altri quello che sta per accadere. Alza leggermente lo sguardo. Vede Buffon un filo più avanti. Capisce che il tempo si è fermato, che in quell’istante minuscolo c’è lo spazio per cambiare la storia. E allora sceglie la soluzione che solo i campioni, quelli veri, osano immaginare.


Un pallonetto che sembra disegnato a mano

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La palla parte morbida, elegante, quasi delicata. Una parabola lenta, sospesa, che sembra chiedere al mondo di aspettare un attimo, di non respirare finché non avrà deciso lei dove cadere.

È un secondo lunghissimo. Il Meazza trattiene il fiato. È come se l’intero stadio si sollevasse insieme a quella palla, seguendola in un viaggio silenzioso, inevitabile. Buffon prova il passo indietro, allunga la mano, ma il pallone gli scavalca la testa con una naturalezza che lascia disarmati. Non c’è potenza: c’è classe pura. Non c’è fortuna: c’è ispirazione.

Un gesto tecnico voluto (senti il video qui sotto) che oggi si rivede di rado, e quasi mai con questa intensità emotiva.

Il Milan che non aveva paura di essere bello

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Quel gol non è solo Shevchenko. È il simbolo di un Milan che allora viveva di coraggio, di intuizioni, di talento. Un Milan che non accettava di essere ordinario, anche contro un gigante come Buffon. Sheva non segnava: creava arte. E quel gol è uno dei motivi per cui il suo nome, ancora oggi, scalda i cuori rossoneri. Un pallonetto che non era un semplice colpo: era la dimostrazione che il Milan poteva vincere anche attraverso la bellezza. Perché quel ricordo non svanisce mai.

Rivederlo oggi, dopo tanti anni, provoca la stessa sensazione di allora: un brivido lungo la schiena, la certezza che ci siano gol destinati a vivere per sempre. Non importa quanti trofei si vincano, quanti campioni passino o quanti anni trascorrano: ci sono istanti che non diventano mai vecchi. E quel pallonetto di Shevchenko a Buffon è uno di quelli. Un frammento di poesia in un calcio che spesso corre troppo per accorgersi dell’arte. Un momento che continua a unirci, a ricordarci perché il Milan non è una squadra: è un sentimento. (di Francesco Fredianelli)