4Centrocampista
CARLO ANCELOTTI: il Maestro delle Champions. Biografia e aneddoti

Carlo Ancelotti

  • Nazionalità:italiana
  • Età:64 (10 giugno 1959)
  • Altezza:1.79 m
  • Peso:81kg
  • Piede:destro
  • Valore di mercato:0 mln

PROFILO

HALL OF FAME AC MILAN: CARLO ANCELOTTI

Tutto ciò che c'è da sapere su Carlo Ancelotti, ex centrocampista di Roma e Milan, ha allenato tra le altre Juventus, Milan, Chelsea, PSG, Bayern Monaco e, oggi, Real Madrid. E' tra i più vincenti nella storia del calcio, con 14 trofei alzati da calciatore e 27 da allenatore. Unico e da record il suo palmares in Champions League, con 2 coppe dalle grandi orecchie vinte sul campo e 4 (record assoluto) in panchina (2 con il Milan, 2 con il Real Madrid). Anche per questo motivo si è guadagnato il soprannome di Re Carlo, ma anche di Carlo Magno e Maestro delle Champions. Autorevole e mai autoritario, è una bandiera del Milan e del milanismo, ma è amatissimo in modo trasversale, anche dai tifosi delle squadre rivali. In rossonero ha vinto 17 trofei (di cui 9 da giocatore). Intelligente e ironico, umile e capace, ha saputo conquistare sempre tutti con garbo, gioco e risultati: mai un giocatore, infatti, ha parlato male di lui, cosa rarissima.

Campioni Rossoneri: Ancelotti nelle Leggende del Milan

Qui vi presentiamo la sua scheda, con paragrafi ad hoc sulla sua carriera da calciatore (1) e da allenatore (2). Ma anche curiosità e aneddoti particolari (3), qualche sua frase rimasta famosa (4), cosa dicono di lui (5). Per gli amanti delle statistiche: il suo ricchissimo palmares (6), i suoi dati da giocatore (7) e in panchina (8)

 

ANCELOTTI, LA CARRIERA DA CALCIATORE

Parma

Inizia a giocare nella squadra del suo paese natale, il Reggiolo, poi a 16 anni passa nelle giovanili del Parma. In tre stagioni diventa un punto fermo della squadra emiliana e intanto in panchina è arrivato Cesare Maldini, che ha intuito le sue doti di centrocampista e il suo fiuto per il gol tanto da schierarlo come attaccante arretrato alle spalle delle punte vere e proprie. Il secondo posto conquistato nel girone A della C1 porta il Parma allo spareggio di Vicenza contro la Triestina, nel quale il diciannovenne Ancelotti è l'eroe della promozione segnando sull'1-1 la doppietta che regala la Serie B al Parma. A vederlo c'è lo stato maggiore della Roma al completo: il presidente Dino Viola, il tecnico Nils Liedholm, che è appena arrivato dal Milan che ha portato allo scudetto della stella e che lo vuole a tutti i costi, e il ds Luciano Moggi. I giallorossi se lo accaparrano strappandolo all'Inter, che come al solito temporeggia dopo averlo fatto giocare in amichevole contro l'Hertha Berlino un anno prima, per un miliardo e mezzo, la metà del quale finisce nelle casse del Parma.

Roma

Liedholm arretra Ancelotti nella posizione di mediano facendone la sua fortuna. Debutta in Serie A il 16 settembre 1979 in un Roma-Milan finito 0-0. Nella prima metà della sua permanenza in giallorosso è colpito da gravi infortuni alle ginocchia, prima a quello destro, due volte, nell'ottobre 1981 contro la Fiorentina e nel gennaio 1982 in allenamento, poi a quello sinistro nel dicembre 1983 contro la Juventus, in seguito al quale non può disputare la finale di Coppa dei Campioni 1984 persa ai rigori col Liverpool sul prato di casa dell'Olimpico. Nel 1985 si guadagna la fascia di capitano. Il suo palmares di otto anni alla Roma è di uno scudetto nel 1982-1983 e 4 Coppe Italia nel 1979-1980, 1980-1981 (un gol in finale) 1983-1984 e 1985-1986.

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Milan

Nel 1987 il Milan lo acquista per 5,8 miliardi di lire e in rossonero vince tutto. Fu Sacchi a convincere il presidente Berlusconi a prenderlo: "Aveva delle riserve sulla sua tenuta fisica. Allora gli dissi: 'Presidente, se ha un problema al ginocchio, non fa niente, l'importante è che non sia nella testa. Se mi compra Ancelotti, vinciamo lo Scudetto'", disse Sacchi. Detto, fatto: al suo primo anno in rossonero Ancelotti si impone subito da titolare e vince subito il campionato 1987-88.

Gli infortuni non lo bloccano: nonostante l’asportazione del menisco del ginocchio destro, torna in campo e vince anche Supercoppa italiana e la sua prima Coppa dei campioni, segnando anche in semifinale al Real Madrid con tiro dalla lunga distanza, nel 5-0 finale.  La stagione seguente, dopo aver trionfato in Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale, si infortuna al ginocchio sinistro, ma torna in tempo per la finale di Coppa dei Campioni, vinta a Vienna contro il Benfica.

Nella stagione 1990-91 torna a vincere, di nuovo, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale, mentre nella sua ultima stagione al Milan Carlo Ancelotti trova in panchina Fabio Capello, che centellinandolo, lo porta a conquistare il suo terzo scudetto personale. Il 17 maggio 1992, nella sua ultima partita a San Siro vinta per 4-0 dai rossoneri sul Verona, realizza una doppietta prima di chiudere la carriera a 33 anni

ANCELOTTI: "LA MIA ULTIMA PARTITA? FECI SCHIFO"

Nazionale

In azzurro collezionaa 26 presenze e un gol partecipando alle fasi finali dei Mondiali del 1986 (nei quali non scende in campo) e del 1990 (gioca tre partite infortunandosi però al quadricipite femorale della coscia destra) e degli Europei del 1988. Il suo unico gol lo segna all'esordio in nazionale, il 6 gennaio 1981, durante Olanda-Italia 1-1 del neonato (e subito morto) Mundialito.

 

ANCELOTTI, LA CARRIERA DA ALLENATORE

 Reggiana e Parma

Inizia la carriera di allenatore come vice di Arrigo Sacchi in Nazionale tra il 1992 e il 1995, anno in cui passa alla Reggiana, in Serie B, dove conquista il quarto posto e la promozione in Serie A. L'anno successivo va al Parma in Serie A e in due anni ottiene prima il secondo posto con qualificazione ai preliminari di Champions League e, poi il quinto che vale la qualificazione alla Coppa UEFA.

 Juventus

Nel febbraio 1999 sostituisce in corsa Marcello Lippi alla Juventus, che porta alla semifinale di Champions League persa contro il Manchester United, poi vincitore della competizione, mentre in campionato è quinto ex-aequo con Roma e Udinese ma perde lo spareggio di fine campionato contro i friulani così i bianconeri devono disputare la Coppa Intertoto, che però si aggiudicano puntualmente all'inizio della stagione successiva approdando così in Coppa UEFA, da cui sono eliminati negli ottavi dal Celta Vigo. In campionato la squadra è seconda perdendo lo scudetto a favore della Lazio all'ultima giornata nella celeberrima partita di Perugia. Ancelotti è ancora secondo nel 2000-2001 stavolta alle spalle della Roma, e in Champions League arriva ultimo nella fase a gironi. A fine anno Ancelotti, sempre osteggiato duramente dai tifosi della Vecchia Signora fin dal giorno del suo arrivo per i suoi trascorsi al Milan e alla Roma, lascia i bianconeri.

Milan

Il 5 novembre 2001, dopo essere rimasto a piedi per qualche mese, torna al Milan, stavolta sulla panchina, per sostituire Fatih Terim, e a fine campionato è quarto. Nella stagione successiva, dopo essere partito dai preliminari, vince la Champions League ai rigori contro la Juventus nella finale di Manchester, e la Coppa Italia in finale contro la Roma, mentre in campionato è terzo. All'inizio del 2003-2004 viene battuto dalla Juve ai rigori nella Supercoppa italiana ma poi vince quella europea contro il Porto di José Mourinho nonché il suo primo scudetto da allenatore.

Viene battuto però ai rigori dal Boca Juniors in Coppa Intercontinentale, mentre in Champions League è eliminato dal Deportivo La Coruna, protagonista al Riazor di un pazzesco 4-0 dopo l'1-4 subito al Meazza. Nel 2004-2005 comincia con la vittoria della Supercoppa italiana contro la Lazio ma in campionato arriva secondo e in Champions League il Milan si fa rimontare tre gol in 6 minuti dal Liverpool nella finale di Istanbul finendo per perdere ai rigori.

Nessun titolo nel 2005-2006: secondo in campionato e fuori in semifinale in Champions contro il Barcellona. Nel 2006-2007 il Milan parte con una penalizzazione di 8 punti in campionato in seguito a Calciopoli, quindi lo scudetto è perso in partenza ma in Champions League nella finale di Atene del 23 maggio 2007 arriva la grande rivincita sul Liverpool con una straordinaria doppietta di Filippo Inzaghi.

Il 31 agosto 2007 vince la sua seconda Supercoppa europea da allenatore contro il Siviglia e il 16 dicembre arriva anche la Coppa del Mondo per club a Yokohama dopo la finale vinta col Boca Juniors per 4-2. In campionato arriva quinto restando fuori dalle qualificate per la Champions League.

La stagione seguente è l'ultima sulla panchina rossonera: arriva terzo in serie A e manca la qualificazione agli ottavi di Coppa UEFA. A fine campionato annuncia il suo addio consensuale con la società con un anno d'anticipo sulla scadenza del contratto.

 Chelsea

Il 1º giugno 2009 approda ufficialmente al Chelsea e il 9 agosto, alla prima partita ufficiale sulla panchina londinese, conquista il Community Shield, battendo ai rigori il Manchester United. In Champions League viene eliminato dall'Inter ma a fine stagione conquista la sua prima Premier League diventando il primo allenatore italiano a vincerla e il secondo straniero dopo Mourinho (sempre al Chelsea) a farlo nella prima stagione. Il 15 maggio 2010 vince anche la FA Cup contro il Portsmouth per 1-0. Viene esonerato poco più di un anno dopo a causa di una stagione non all'altezza delle aspettative della dirigenza: secondo in campionato e fuori nei quarti di Champions.

Paris Saint-Germain

Il 30 dicembre 2011 viene ingaggiato dal Paris Saint-Germain per 13,5 milioni di euro lordi l'anno e vince subito le prime cinque gare ufficiali, tre in campionato e due in Coppa di Francia, con la sua nuova squadra, che sembra dominare la Ligue 1 ma finisce per crollare e perdere il titolo all'ultima giornata a favore del Montpellier, e in coppa è eliminato nei quarti dal Lione. Nella seconda stagione parigina arriva nei quarti in Champions League e nella Coppa di Lega ma riporta il PSG al titolo nazionale 19 anni dopo l'ultimo.

Real Madrid

Il 25 giugno 2013 viene acquistato per tre anni dal Real Madrid vincendo subito la Coppa del Re battendo il Barcellona in finale per 2-1 e soprattutto la Champions League, conquistata in un derby fratricida contro l'Atletico, con cui pareggia sull'1-1 al termine dei tempi regolamentari e poi dilaga per 4-1 nei supplementari. In campionato chiude terzo e all'inizio del 2014-2015 viene sconfitto proprio dall'Atletico nella Supercoppa spagnola ma, come già al Milan sette anni prima, vince la Supercoppa europea e il Mondiale per club. Il nuovo anno solare 2015 però non gli porta trofei: in campionato è secondo, in Champions va fuori in semifinale contro la Juve e in Coppa del Re negli ottavi. Il 25 maggio viene pertanto esonerato.

Bayern Monaco

Il 19 dicembre 2015 viene ufficializzato come nuovo tecnico del Bayern Monaco con un ingaggio a 8 milioni di euro a stagione per tre anni a partire dal 1º luglio 2016 e per le successive tre stagioni. Il 14 agosto 2016 vince la Supercoppa tedesca per 2-0 contro il Borussia Dortmund, poi, aggiudicandosi la Bundesliga, diventa il quinto allenatore a vincere il titolo nazionale in quattro paesi diversi dopo Giovanni Trapattoni, Ernst Happel, Tomislav Ivic e José Mourinho. Il 28 settembre 2017 viene esonerato in seguito alla sconfitta per 3-0 in Champions League contro il Paris Saint-Germain e il poco brillante avvio di stagione in Bundesliga.

Napoli

Il 23 maggio 2018 viene ufficializzato come nuovo allenatore del Napoli tornando ad allenare in Italia dopo nove anni. Finisce secondo in campionato, viene eliminato nella fase a gironi in Champions League e nei quarti in Europa League contro l'Arsenal, e sempre nei quarti in Coppa Italia contro il Milan.

Everton

Il 21 dicembre 2019 diventa ufficialmente il tecnico dell'Everton, firmando un contratto di quattro anni e mezzo. La prima stagione va così così e termina al dodicesimo posto in Premier League, con dieci punti di distacco dalla zona utile per la qualificazione all'Europa League. Inizia meglio invece il secondo anno, con 6 vittorie nelle prime 6 uscite, una striscia record capitato solo nel 1938-1939. Ancelotti viene eletto Premier League Manager of the Month per il mese di settembre. All'Everton tagli anche il traguardo delle 800 panchine in carriera, mentre a fine stagione chiude decimo con 59 punti, mancando per tre punti la qualificazione alla UEFA Conference League.

Il ritorno al Real Madrid

Il 1º giugno 2021, a sei anni dalla fine della prima esperienza, torna ad allenare il Real Madrid, prendendo su di sè la difficile eredità di Zinédine Zidane. Qui nel gennaio del 2022 vince la Supercoppa di Spagna, diventando il primo allenatore italiano ad aggiudicarsi il trofeo. Il  30 aprile vince invece il campionato con 4 giornate di anticipo. E' un successo a suo modo storico, perchè Ancelotti taglia un nuovo traguardo, diventando l'unico allenatore nella storia del calcio ad aver vinto il titolo nei cinque principali campionati europei (Serie A, Premier League, Bundesliga, Ligue 1 e Primera División).

E non è finita qui, sempre nella stessa stagione - a maggio - raggiunge la sua quinta finale di UEFA Champions League da allenatore, un risultato che non ha precedenti nella competizione. Il 28 maggio, poi, battendo il Liverpool per 1-0, vince la sua seconda Champions con i blancos, la quarta personale. Un trionfo che lo rende l'allenatore più vittorioso nella storia della competizione.

L'anno successivo comincia la stagione 2022-23 vincendo la sua seconda Supercoppa europea alla guida del Real, grazie al 2-0 finale ai danni dell'Eintracht Francoforte. Fine carriera? Il 13 luglio 2022 comunica, in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero, la sua intenzione di concludere la carriera da allenatore con l'esperienza in corso al Real Madrid. Poi, però, il 29 dicembre 2023 prolunga il proprio contratto con i Blancos fino al 30 giugno 2026, quando sembrava vicinissimo a diventare il CT del Brasile.

Nella stagione 2023-24 vince la sua seconda Supercoppa Spagnola e supera le 250 panchine con il Real Madrid. Il 9 aprile 2024 diventa il primo allenatore a raggiungere quota 200 panchine in Champions contro il Manchester City, gara valida per l'andata dei quarti di finale.

CURIOSITA' ANCELOTTI

- Con le sue 420 partite in 8 anni è il secondo allenatore di sempre per numero di presenze nel Milan dopo (459).

- E' comparso nei film "L'allenatore nel pallone" e "L'allenatore nel pallone 2" interpretando se stesso, così come Nereo Rocco in "Mezzo destro mezzo sinistro - 2 calciatori senza pallone". Ha recitato anche in "Don Camillo" con Terence Hill.

- Ha scritto un'autobiografia, "Preferisco la Coppa", i cui proventi economici sono stati destinati interamente alla "Fondazione Borgonovo" per la lotta alla SLA.

- E' stato nominato Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana il 30 settembre 1991 e Ufficiale dell'Ordine della Stella d'Italia il 6 febbraio 2014. Il 12 novembre 2007 l'Università bulgara di Plovdiv 'Paisii Hilendarski' gli ha inoltre conferito una Laurea honoris causa in Comunicazione e Sport.

 

Le domande più frequenti ricercate dagli utenti su internet:

Quante Champions ha vinto Ancelotti?

Ancelotti ha vinto da giocatore due Coppe dei Campioni con il Milan nel 1988-89 e 1989-90, e quattro da allenatore (due con il Milan - nel 2013 e 2017 - e due con il Real Madrid , nel 2014 e 2022). Quella del 2014 è stata la Decima Coppa dalle grandi orecchie vinte dal club blancos.

Chi è l'allenatore che ha vinto più Champions League?

Carlo Ancelotti. Le sue 4 Champions League vinte da allenatore gli valgono il primato assoluto nella competizione. Un record conquistato, come detto, nel 2022. Dietro di lui, con tre UEFA Champions League vinte ci sono Bob Paisley (1977, 1978, 1981) e Zinedine Zidane (2016, 2017, 2018)

Chi è il secondo di Ancelotti?

Davide Ancelotti. Da anni, suo figlio sta svolgendo il ruolo di allenatore in seconda, con merito e soddisfazione. Ha cominciato come vice-allenatore del padre ai tempi del Bayern Monaco, e da lì in avanti ha sempre ricoperto quel ruolo, sia con il Napoli, che con l'Everton e il Real Madrid

Quante Champions League ha vinto il Milan?

I rossoneri hanno conquistato sette Champions League: le edizioni del 1962/63, 1968/69, 1988/89, 1989/90, 1993/94, 2002/03 e 2006/07. In due occasioni, come detto, c'era in panchina Carlo Ancelotti, in altre due Carletto era in campo. Di fatto, ha messo lo zampino in 4 Champions su 7.

Quanto guadagna Carlo Ancelotti?

Il suo stipendio al Real Madrid dovrebbe aggirarsi sui 6 milioni di euro netti a stagione. All'Everton aveva firmato un contratto di addirittura 13,5 milioni, la cifra più alta da lui percepita in carriera.

IPSE DIXIT: DICHIARAZIONI FAMOSE DI ANCELOTTI

Chi tifa Ancelotti?

"Sì, ero interista. Il mio idolo era Mazzola. Ero stato comprato, diciamo, da tifoso, perché avevo mio cugino che viveva a Milano e mi aveva portato un completo dell'Inter, con la maglia e i pantaloncini, e da quel giorno ero diventato tifoso dell'Inter. [...] 'Forza Inter' adesso è impossibile da dire, però ho pianto anche per l'Inter e questo lo posso dire, perché una volta, l'unico modo per poter veder l'Inter era a Mantova. L'Inter andò a Mantova a giocare ma purtroppo non riuscimmo a trovare i biglietti, però, con astuzia mi sono messo davanti a un cancello a piangere per 45 minuti e alla fine, a furia di vedermi piangere, lo stewart mi lasciò entrare a vedere il secondo tempo. Mi ricordo che nel secondo tempo l'Inter fece 5 gol e vinse 6 a 1 quella partita. È stata l'unica volta che ho visto l'Inter dal vivo".

Sui club

"Ho allenato la Juve due anni, mi sono trovato molto bene con la tifoseria, con una parte della tifoseria, con la società. Ho imparato moltissimo in questa società, poi ho avuto dei problemi con alcuni tifosi, ma cosa posso dire? I due anni che ho passato mi hanno aiutato moltissimo a crescere".

"La Juventus era una squadra che non avevo mai amato e che probabilmente non amerò mai, era un ambiente totalmente nuovo per me. Diverso. Non mi sono mai sentito a casa, mi sembrava di essere l'ingranaggio di una grande azienda. Per il sentimento, prego rivolgersi altrove. Sul lavoro tutto bene, fuori zero contatti".

"L'esperienza mi dice che ogni allenatore che si rispetti deve allenare il Real Madrid almeno una volta nella sua vita. È il club più grande del mondo, un'esperienza bellissima, quasi unica. Quello che succede a Madrid non accade in nessun'altra squadra. I tifosi che ha in qualsiasi parte del mondo sono tantissimi. Ti aspettano ovunque, in hotel, all'aeroporto… È un'esperienza unica che vale la pena vivere. Anche quando ti mandano via".

"Il Bayern Monaco ha davvero una buona immagine, una lunga storia. Cosa più importante e caratteristica, è la gestione, in mano agli ex giocatori del Bayern. Questo rende la società unica. C'è un ambiente familiare e tutto questo assicura stabilità [...]. A Monaco si aggiunge un'unità che viene dalla squadra. Qui ognuno sostiene sempre l'altro. Questo club è come una grande famiglia".

"Il Milan ha avuto quattro grandi allenatori: Rocco, Liedholm, Sacchi e Capello. La storia dice che sono tutti ritornati".

Sui giocatori

"Paolo Maldini è l'unico giocatore a cui non ho dato una multa per ritardo. Non tanto perché è tirchio…"

"Degli anni juventini ricordo tante cose: a cominciare da Zidane, in assoluto il giocatore più forte che io abbia mai allenato. Il rammarico, se così posso dire, è che raramente, in partita, Zidane riusciva a fare le cose mostruose mostrate in allenamento".

"Ale [Del Piero] non mi deve niente. Da me ha avuto quello che era giusto avesse, vista la sua grande e unica professionalità. Su Henry, invece, ho preso una cantonata: lo consideravo un giocatore di fascia, non mi sono accorto che era invece un fortissimo centravanti".

"Il livello di Cristiano Ronaldo è di un altro mondo. Segna con una facilità incredibile ed è difficile trovare le parole per definirlo".

"Sul conto di Kakà mi ero sbagliato. L'avevo paragonato a Tonino Cerezo e lui continuò a prendermi in giro a lungo, per quel paragone errato. Altro che Cerezo: Kakà era un fenomeno e, a differenza di Zidane, quello che mostrava in allenamento faceva anche in partita. Fu una fortuna averlo".

"Pirlo? Io non l'avrei mai ceduto. O al massimo l'avrei dato al Chelsea o al PSG, visto che avrebbe trovato me. Scherzo, naturalmente… Mettiamola così: forse Pirlo voleva più soldi e il Milan non glieli voleva dare. È andato a prenderli alla Juventus".

Sui presidenti e dirigenti

"Berlusconi mi ha sempre e solo criticato quando giocavamo bene. Quando giocavamo male, ci sosteneva. Non ha mai versato benzina sul fuoco nei momenti brutti. Ma si, adora interferire [...]. È bravissimo a motivare e a dare sostegno. A differenza di altri presidenti con cui ho avuto a che fare".

"Non ho alcun rancore verso Moggi e Giraudo. Anzi, Moggi mi prese bloccandomi mentre stavo andando in Turchia ad allenare il Fenerbahce. Alla Juve ho imparato quanto importante sia la sintonia tra allenatore e dirigenti. L'accantonamento finale? Mettiamola così: quando si chiude una porta, a volta si apre un portone. E a me è successo: col Milan".

Sul calcio

"For me Champions League is... ehm... a beautiful sensation". (Per me la Champions League è... ehm... una bella sensazione).

"I procuratori, gli agenti? Troppo influenti. Molti club gli hanno consegnato potere. La parte più importante del calcio sono i calciatori, non i procuratori e nemmeno noi allenatori".

"Esistono due tipi di rabbia. Quella innescata dalla mente. A volte mi sono arrabbiato con i miei giocatori per il loro atteggiamento sbagliato. In tali situazione può esser buono per l'atmosfera generale parlare chiaro e duro. L'altra forma di rabbia viene dal cuore, dai sentimenti. Per questa rabbia non si può fare niente: non posso controllarla".

"Tante volte quando diventi allenatore capisci che problemi hai causato quando eri dall'altra parte. Molte volte si dice ai propri figli 'lo capirai il giorno che diventerai papà'. Ai giocatori si dice, invece, 'lo capirai il giorno che diventerai allenatore'".

"La cosa di cui più mi vanto è stata l'invenzione del modulo ad albero di Natale: [al Milan] avevo tantissimi centrocampisti dai piedi buoni e fu la chiave per farli giocare tutti insieme dando alla squadra un equilibrio unico. Il giorno più importante fu la finale di Champions vinta a Manchester contro la Juve: mi permise di togliermi l'etichetta di allenatore perdente che i due anni alla Juventus mi avevano appiccicato addosso".

Sugli allenatori

"Il giorno in cui smetterò di allenare, sicuramente Mourinho sarà un allenatore che mi interesserà seguire".

 

DICONO DI LUI: DICHIARAZIONI SU ANCELOTTI

Gli allenatori

"È un volpone dal punto di vista tattico e ha un ottimo rapporto con i giocatori. È un tecnico dal grande carisma". (Ottmar Hitzfeld)

 

"Da quando lo conosco, sia dopo una vittoria che una sconfitta, è sempre stato coerente alla propria filosofia. È un professionista degno di ammirazione [...] e i suoi calciatori sono con lui. Non sono il suo agente, però mi dà fastidio che non si dia valore a tutto quello che ha fatto". (Diego Simeone)

I giocatori

"Il mio tecnico ideale, lo sanno anche i muri, è Carlo Ancelotti. Con lui c'è un feeling che va oltre il campo. Mi piace come affronta le situazioni, come ti tratta dopo una vittoria o dopo una sconfitta. Per lui sei sempre la stessa persona. Se ti stima, lo fa sia che tu vinca sia che tu perda. Per altri allenatori il risultato cambia la prospettiva, e questo non mi sta bene". (Hernan Crespo)

 

"So come è fatto Ancelotti: dà molte, molte, molte libertà. Fa così perché vuole che i suoi giocatori siano creativi. [...] Carlo è stato influenzato dalle sue esperienze all'estero, non è il tipico italiano". (Sami Khedira).

I dirigenti

"Nel 2001 non potevamo più attendere. È tornato a casa uno dei nostri. Non poteva dirci di no. Quando ci lasciò da giocatore gli strappai la promessa che in caso di qualsiasi nostra chiamata Carlo avrebbe dovuto rispondere 'presente'. Ci stava per sfuggire, visto che nel pomeriggio stava per firmare col Parma. Ma questa circostanza non ha fatto altro che accelerare la trattativa". (Adriano Galliani)

I giornalisti

"Trasmette quella sana umanità di stampo emiliano che lo caratterizza. È ironico, saggio, tranquillo. [...] Ha la capacità di allenare la squadra, ma in un certo senso anche di allenare il pubblico a un certo modo di concepire il calcio. La saggezza, la calma, la quiete che trasmette Carlo a volte è così forte che può condizionare la squadra e l'ambiente". (Riccardo Cucchi)

 

PALMARES ANCELOTTI DA CALCIATORE

1979-1980 Roma: Coppa Italia

1980-1981 Roma: Coppa Italia

1982-1983 Roma: Campionato italiano di Serie A

1983-1984 Roma: Coppa Italia

1985-1986 Roma: Coppa Italia

1987-1988 Milan: Campionato italiano di Serie A

1988-1989 Milan: Coppa dei Campioni, Supercoppa italiana

1989-1990 Milan: Coppa dei Campioni, Supercoppa europea, Coppa Intercontinentale

1990-1991 Milan: Supercoppa europea, Coppa Intercontinentale

1991-1992 Milan: Campionato italiano di Serie A

 

PALMARES ANCELOTTI DA ALLENATORE

1999-2000 Juventus: Coppa Intertoto

2002-2003 Milan: Champions League, Coppa Italia

2003-2004 Milan: Campionato italiano di Serie A, Supercoppa europea

2004-2005 Milan: Supercoppa italiana

2006-2007 Milan: Champions League

2007-2008 Milan: Supercoppa europea

2009-2010 Chelsea: Campionato inglese di Premier League, FA Cup, Community Shield

2012-2013 Paris Saint-Germain: Campionato francese di Ligue 1,

2013-2014 Real Madrid: Champions League, Coppa del Re

2014-2015 Real Madrid: Supercoppa europea

2016-2017 Bayern Monaco: Campionato tedesco di Bundesliga, Supercoppa di Germania

2017-2018 Bayern Monaco: Supercoppa di Germania

2021-22 Real Madrid: campionato spagnolo, Champions League

2022-23 Real Madrid: Supercoppa di Spagna (2022), Supercoppa europea (2022)

2023-24 Real Madrid: Campionato spagnolo, Champions League

 

CARRIERA CLUB

StagioneSquadra
Campionato
CompPresReti
Coppe Nazionali
CompPresReti
Coppe Continentali
CompPresReti
Altre Coppe
CompPresReti
Totali
PresReti
1976-79ParmaSerie A5513Coppa Italia826315
1979-87RomaSerie A17112Coppa Italia363Coppa Coppe, Campioni e Uefa20222717
1987-1992MilanSerie A11210Coppa Italia230Coppa Uefa + Campioni211Supercoppa Ita+Uefa+Interc4016011
1995-1996Reggina (Allenatore)00
1996-98Parma (Allenatore)00
feb 1999-2001Juventus (Allenatore)00
nov. 2001-2009Milan (Allenatore)00
2009-2011Chelsea (Allenatore)00
Gen.2012-2013PSG (Allenatore)00
2013-15Real Madrid (Allenatore)00
2016-17Bayern Monaco (Allenatore)00
2018-dic2019Napoli (Allenatore)00
Dic. 2019-2021Everton (Allenatore)00
2021-24Real Madrid (Allenatore)00
Matteo Ronchetti Direttore responsabile