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Italia Under 20, Sacchi: “Bravo il mio Evani: premiata la voglia di osare”

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan
Arrigo Sacchi benedice il lavoro di Alberigo Evani, suo ex giocatore al Milan, alla guida della Nazionale Under 20 e afferma: “Investire di più sui vivai”

Daniele Triolo

“I ragazzi mi hanno dato una gioia incredibile. Semifinale! Un'impresa eroica. Davvero fantastici”. Arrigo Sacchi è raggiante per , valsa agli azzurrini la semifinale dei Mondiali di categoria contro l'Inghilterra (giovedì 8 maggio, ore 13:00). L'ex Commissario Tecnico della Nazionale italiana ha parlato a 'La Gazzetta dello Sport' della partita sottolineando come sia rimasto impressione “dalla voglia di attaccare, anche quando sono rimasti in dieci contro undici. Non hanno mai smesso di provarci, in ogni momento hanno cercato di mettere in difficoltà gli avversari”. Una mentalità vincente, quella della giovane Italia, che, secondo Sacchi, è da attribuire al suo pupillo, Alberigo 'Chicco' Evani, suo giocatore al Milan negli anni Ottanta e Novanta, ed a Maurizio Viscidi, coordinatore delle nazionali giovanili. “Sono loro a trasmettere questa idea di calcio”.

Sacchi, sulle colonne della 'rosea', ha ricordato come Italia-Zambia del Mondiale Under 20 gli abbia ricordato, molto da vicino, quella famosa partita tra la sua Nazionale e la Norvegia ai Mondiali americani del 1994, quando fu espulso il portiere Gianluca Pagliuca e lui tolse Roberto Baggio ma vinse 1-0 con un gol dell'altro Baggio, Dino. In questa gara, però, c'è stata una sostanziale differenza. “Evani non ha cambiato nulla: si è messo con tre difensori contro tre attaccanti. Sistema puro. Un rischio che è stato premiato, bravissimo – le parole di Sacchi -. Quando abbiamo il pallone, poi, non lo buttiamo mai via, cerchiamo sempre di costruire, attiriamo l'avversario in una zona di campo poi, con un lancio di 40 metri, andiamo a pescare il compagno dall'altra parte. Tattica perfetta. E poi il pressing: siccome va allenato, e in Nazionale non c'è tempo, Evani ha scelto di non farlo, decidendo di puntare sulle qualità tecniche”.

A tal proposito, Sacchi ha rimarcato come il nostro vivaio sia in forte crescita, ma anche come ciò che conti sia “dare ai giovani la possibilità di lavorare”. Per quello, ha evidenziato il Profeta di Fusignano, “continuo a sostenere la necessità di creare delle Academy: le squadre devono consegnare i giocatori alle nazionali, lasciarli ad allenarsi dal lunedì al giovedì e poi riprenderli al venerdì in vista della partita. E' un metodo che funziona in tutta Europa. Soltanto in Italia siamo indietro”. All'estero, oltretutto, si investe molto di più nel settore giovanile: “Il Real Madrid ed il Barcellona investono 60 milioni di euro nei vivai. E noi? Cifre che, al confronto, sono ridicole. Logico poi che i calciatori spagnoli siano più bravi, più forti, con maggiori conoscenze”.

L'importante, chiudendo l'intervista ancora con un elogio all'Under 20, “è che questi ragazzini, adesso, non si sentano arrivati e non si montino la testa – l'auspicio di Sacchi -. Sono giovani, sappiamo qual è il pericolo della gioventù. Cerchiamo di proteggerli, senza asfissiarli troppo. E senza pretendere troppo. Vedrete che altre soddisfazioni ce le daranno”.

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