SQUADRA VULNERABILE DIFENSIVAMENTE, ANCHE NEL FORTINO DE KUIP
—Tra le 24 squadre approdate alla fase a eliminazione diretta, il primo dato che si staglia in evidenza sul Feyenoord è quello relativo alla difesa: sotto la guida di Priske la squadra è stata la peggiore per quantità di gol subiti - ben 21 - e soltanto in quattro (Salisburgo, Slovan Bratislava, Stella Rossa e Young Boys) hanno fatto peggio degli olandesi nella fase campionato. Chiaramente sul dato incidono le goleade rimediate da Lille (il 6-1 sopracitato) e Bayer Leverkusen, 0-4 in casa il 19 settembre. Proprio tra le mura amiche del De Kuip, stadio tradizionalmente molto caldo, i biancorossi si sono mostrati tutt'altro che irresistibili, cedendo il passo anche ad Ajax, Utrecht e Salisburgo (gli unici tre punti ottenuti dagli austriaci nella stagione europea). Complessivamente il Feyenoord si è dimostrato piuttosto vulnerabile in difesa, con soltanto 5 clean sheet in 33 partite e ben 57 reti incassate tra tutte le competizioni.
È un dato pesante per una squadra che non appare come palesemente sbilanciata dal punto di vista offensivo nel suo 4-3-3, per certi versi simile a quello visto a lungo nelle ultime due stagioni dei rossoneri. Gli olandesi sono tra le peggiori squadre di questa Champions League per numero di palloni recuperati, ma il resto degli indici difensivi non restituiscono l'idea di una squadra con lacune particolarmente evidenti. Altro punto debole da esplorare può essere la fase di costruzione: l'82.1% di passaggi riusciti è uno dei dati più bassi del torneo (tra le qualificate solo Benfica e Brest fanno peggio) per una squadra che tende a lasciare il pallino del gioco (e il possesso) all'avversaria. Il Feyenoord può però essere insidioso sotto il profilo della finalizzazione, dal momento che converte una buona percentuale delle sue conclusioni tentate e in generale i 18 gol segnati nelle prime otto partite valgono la Top 10 della competizione.
LA VITA DOPO GIMENEZ: OCCHI SU UEDA E CARRANZA
—Facevamo riferimento, nel paragrafo precedente, alla fase realizzativa del Feyenoord. Responsabile per oltre un quarto (5 su 18) delle reti segnate nella prima fase dalla squadra di Rotterdam è Santiago Gimenez, il grande ex di questo doppio incrocio che torna al De Kuip dopo il battesimo del gol in rossonero a Empoli. La pesante eredità - fatta di 65 reti in 105 presenze totali - dell'attaccante messicano ricade principalmente sulle spalle del giapponese Ayase Ueda, protagonista in questa Champions League con due gol a Benfica e Bayern. L'ex Kashima Antlers ha recuperato, nelle ultime settimane, da un infortunio muscolare che l'ha tenuto a lungo fuori tra novembre e dicembre e ha riposato nell'ultimo weekend di campionato dove è stato sostituito come centravanti dall'argentino Julián Carranza, arrivato in Olanda la scorsa estate dopo esperienze americane tra Inter Miami e Philadelphia Union.
Sia Ueda che Carranza hanno caratteristiche simili tra loro, e vicine a quelle di Gimenez: attaccanti di personalità, dal tiro potente e dall'ottima forza fisica senza essere di grande statura. Punto fisso del tridente offensivo del Feyenoord, al di là del turnover, nelle ultime uscite è stato il brasiliano Paixão, ala sinistra di piede destro che in stagione viaggia a ottime cifre (7 gol e 14 assist complessivi) e spesso vede - sull'altra fascia - l'interessante algerino Hadj Moussa. Da citare altri due elementi, punti di riferimento importanti. Il primo è il regista coreano Hwang, giunto in Olanda a fine mercato estivo dalla Stella Rossa ma da subito centrale nelle geometrie tattiche biancorosse. Il secondo è una vecchia conoscenza del calcio italiano come il difensore slovacco Hancko (5 presenze alla Fiorentina nel 2018/19) e grande protagonista in Europa con il gol del definitivo 3-3 a Manchester contro il City. Marcatore tenace e molto fisico, giocatore da tenere d'occhio data anche la conoscenza di Gimenez". LEGGI ANCHE: Milan, ricordi Zagabria? Cosa migliorare in attacco col Feyenoord. Parlano i numeri>>>
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