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Pagelle Milan, i voti di Gazzetta alla stagione: Pioli e squadra da 10

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Le pagelle del Milan vincitore del 19° Scudetto secondo 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Voti e giudizi stagionali sui rossoneri

Daniele Triolo

Il Milan ha vinto il 19° Scudetto della sua storia. Ecco le pagelle stagionali dei rossoneri secondo 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola.

SQUADRA, voto 10: La perfezione, nel senso che di più era impossibile fare. Inferiore per organico ed esperienza, il Milan ha vinto con la forza del gioco e la tensione etica di un gruppo giovane che ha saputo soffrire nell’emergenza (ha perso totem come Ibra e Kjær) ed entusiasmarsi nella buona sorte. Si è dimostrato la squadra più continua. Rispetto alle tre formazioni finite alle sue spalle, il Milan ha sfruttato il vantaggio di avere in panchina un allenatore già rodato. Grazie al lavoro triennale di Pioli, il Diavolo ha mostrato le conoscenze più ricche e più solide. Un’identità tattica che ha permesso ai giovani di sentirsi forti e crescere. Il Milan ha voluto la vittoria più dell’Inter; ha retto le pressioni più del Napoli; e giocato meglio della Juve. Per questo è campione d’Italia.

PIOLI, voto 10: A lui il voto più alto perché ha i meriti maggiori. L’architetto del capolavoro. Meriti tecnici (un gioco moderno e vincente) , ma soprattutto etici: ha educato un’empatia di gruppo unica, che è stata la vera arma segreta. Ha lavorato al capolavoro durante i silenzi del lockdown, mettendo a frutto l’esperienza maturata nella sua lunga gavetta. Poi ha continuato con serietà e dignità professionale anche quando tutti gli davano del trombato e vedevano già a Milanello le ragnatele del Rangnick. Ha vinto di strategia (principi di gioco ) e tattica: nelle partite chiave ha incartato i colleghi con mosse spiazzanti, tipo 4-1-4-1. Ha sconfitto una concorrenza più esperta e attrezzata. Stefano Pioli non sarà mai più un Normal One.

MAIGNAN, voto 9,5: Decisivo nel derby di Giroud, perle su Hernani (Genoa), Vojvoda (Toro), Cabral (Fiorentina), rigori parati a Pinamonti e Zapata. Più clean sheet di tutti. Assist a Leão (Samp). Già eletto dalla Lega miglior portiere. Gigio chi?

THEO HERNÁNDEZ, voto 9,5: Con l’esplosione di Leão, la catena di sinistra è diventata una miniera di gol e di assist. Il sostituto di rifinitori spenti, la benzina di ogni ripartenza. Il gol transoceanico all’Atalanta è da copertina. Inesauribile, maturato, leader.

LEÃO, voto 9,5: Ha ciondolato a lungo davanti al bivio Balotelli-Mbappé: vivacchiare con il proprio talento o arrampicarsi verso il Pallone d’oro? In questa stagione il ragazzo portoghese ha scelto: la seconda. Cambiando testa ha cambiato passo. L’emergenza offensiva gli ha imposto la titolarità eterna. Si è caricato il Milan sulle spalle con continuità e disponibilità mai viste. Più gol e più assist di tutti. Quando ha puntato le difese, è sembrato spesso Gulliver a Lilliput.

TONALI, voto 9,5: È arrivato ripetendo: “Sono Gattuso, non Pirlo”, spaventato dalle aspettative. Il bambino è diventato un uomo senza paure. Pioli se n’era già accorto nell’amichevole estiva al Bernabeu, giocata con nuova personalità. Stagione in crescendo, sempre più capitano morale: corsa, lotta, anima e, alla fine, anche i gol scudetto con Lazio e Verona. Come dice Ibra: “E’ uscito dal suo sogno di bambino”. Ha voluto la bici, pedala. Il Diavolo al passo del Tonali.

KALULU, voto 9: La sorpresa più bella. Ha iniziato nelle retrovie della panchina, l’ha chiusa da titolarissimo con la miglior media-voto del reparto, dopo Maignan. A 21 anni. Anche un gol-partita, all’Empoli.

TOMORI, voto 9: Ha messo a sedere Romagnoli e poi sostituito Kjær nel ruolo di capobranco. Kalulu ha potuto appoggiarsi e crescere bene. Una coppia che rinnova la migliore tradizione di casa: le 6 partite senza gol (dalla 28esima alla 33esima) il loro biglietto da visita.

GIROUD, voto 9: I tre minuti e i due gol di Giroud nel derby sono stati i più importanti del campionato. Pesante anche il gol-partita al Napoli. Con una doppietta al Sassuolo ha stappato lo champagne della festa. Cos’è la maledizione del numero 9?

CALABRIA, voto 8,5: Solido in entrambe le fasi. Per dire, la sua media-voto è superiore a quella di Theo. La fascia di capitano lo ha responsabilizzato. Prezioso il gol di Bergamo. Era già un diavoletto a 11 anni: gioia da canterano.

KESSIÉ, voto 8: Meno appariscente, ma non per il mancato rinnovo. Pioli gli ha assegnato nuovi compiti di presidio ed equilibrio. Ha corso gli stessi km di Tonali. Gli mancano solo i rigori del torneo scorso. Pioli gli darebbe mezzo voto in più. Scommettiamo?

IBRAHIMOVIĆ, voto 8: Voto esagerato in rapporto alle poche partite giocate? Zlatan non è stato meno importante di Pioli nella costruzione di questo Milan. E’ stato l’anima della rinascita e oggi gli va riconosciuto. A Udine e Roma (a Mou) i gol più importanti.

SAELEMAEKERS, voto 7,5: Uno dei simboli migliori di questo Milan: giovane (22 anni), pescato con acume, è cresciuto molto con Pioli, soprattutto tatticamente, ed è volato oltre i suoi limiti grazie alla forza di volontà e allo spirito di sacrificio.

BENNACER, voto 7,5: Infortuni, Coppa d’Africa e Tonali lo hanno limitato. La sua sapienza tattica è riuscita ad imporsi comunque. Resta il più abile e il più lesto a verticalizzare, virtù che è oro in una squadra che punta quasi tutto sulla velocità di Leão.

BRAHIM DÍAZ, voto 7,5: Ottimo inizio: gol, assist, serpentine... Il Milan migliore si è visto con il miglior Díaz perché distillava buone idee per le punte. Poi è calato, anche per il CoVid. Decisivo al momento giusto: grazie al suo ingresso è diventato il derby di Giroud.

MESSIAS, voto 7,5: In crescendo di presenze e fiducia. Nel finale ha rimpiazzato spesso la rifinitura affannata di Díaz, partendo in genere dalla fascia per convergere e dettare. Un pugno di gol. Da fattorino a campione d’Italia: la favola più bella.

FLORENZI, voto 7,5: Ha ballato tra campo e panchina. Membro del Senato di Milanello (Kjær, Ibra e Giroud) che ha guidato i giovani all’impresa. Gol d’oro nella non fatale Verona. Curiosa riserva di Calabria. In Nazionale accade il contrario.

KJÆR, voto 7,5: Messo fuori dal grave infortunio del primo dicembre, a Marassi. Ma anche a lui, nell’ora della gioia, vanno riconosciuti meriti di fondatore. L’angelo di Eriksen ha ricostruito una difesa a pezzi e svezzato la coppia Kalulu-Tomori che si è fatta valere.

ROMAGNOLI, voto 7: Sognava di festeggiare lo scudetto in altro modo. Da titolare e capitano è finito alla spalle di Kalulu e Tomori. Alcune buone partite a inizio 2022, prima di tornare ai margini e considerare l’ipotesi di un trasferimento altrove.

KRUNIĆ, voto 7: Le sue qualità principali sono duttilità, grinta e affidabilità. Uno di quei lavoratori che piacciono più ai mister che ai tifosi. Titolare nei match chiave contro Verona e Atalanta. Un neo: zero gol. Eppure ce li ha nelle sue corde di incursore.

REBIĆ, voto 7: È mancato non meno di Ibrahimović e Kjær e sono mancati i suoi gol: da due campionati in doppia cifra (11) a un paio di reti appena. Troppi infortuni. Non ha mai forzato un recupero, diciamo così.

CASTILLEJO, voto 6,5: Entra col Verona avanti di 2 gol, anima la rimonta e scoppia a piangere. Ha voluto restare, anche se fuori dai piani di Pioli. Simbolo dell’empatia magica che ha fruttato lo scudetto e dell’attaccamento alla causa.

TATARUSANU, voto 6,5: Innesca la sconfitta di Firenze con un’uscita a vuoto, ma il rigore parato a Lautaro nel derby d’andata alla lunga pesa.

BALLO-TOURÉ, voto 6: Quasi sempre affannato, tatticamente pasticcione, estraneo alle sincronie e alle conoscenze della squadra. Solo a tratti il vice-Theo ha mostrato la sua potenza di spinta. A lungo dimenticato in panca.

BAKAYOKO, voto 6: Rientrato al Milan per essere il primo cambio di Kessie, è uscito dalle rotazioni di Pioli dopo la disastrosa prestazione casalinga con lo Spezia. Immune all’empatia di gruppo. Eppure la sua fisicità serviva.

D. MALDINI, voto 6: Ha vinto lo Scudetto a 20 anni, suo padre a 19, con molte presenze in più. A Daniel sono toccati pochi spezzoni, ma il gol segnato allo Spezia, il primo in A, gli permette di sentire ancora più suo il primo titolo italiano.

GABBIA, voto 6: Soffre con Spezia e Fiorentina, ma a Pioli piacciono la serietà e l’applicazione del ragazzo.

STANGA, senza voto: Due minuti a Venezia. Quanto basta al giovane difensore per piantarsi nella memoria un debutto da Scudetto. Maldini pronto a chiudere subito un acquisto! Le ultime news di mercato >>>

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