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San Siro sotto terra: la proposta rivoluzionaria per il futuro dello stadio milanese

Alessia Scataglini
Alessia Scataglini
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Il futuro dello stadio Meazza di Milano continua a essere al centro del dibattito. L'idea innovativa di Davide Bruno per Milan e Inter

Il futuro dello stadio Giuseppe Meazza di Milano continua a essere al centro del dibattito. Tra le diverse soluzioni proposte, una delle più audaci e innovative è quella presentata dall’architetto Davide Bruno, fondatore dello studio Ion Fund, durante l’evento “Il Foglio a San Siro” tenutosi giovedì 10 aprile. Alla presenza dei presidenti di Inter e Milan, Marotta e Scaroni, molto impegnati nel dossier stadio, Bruno ha illustrato un’idea che potrebbe ridisegnare completamente lo stadio e le aree circostanti: un impianto interrato, costruito sotto il livello stradale.

Il Meazza del futuro: un impianto sotterraneo che ingloba natura e innovazione

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La proposta, intitolata “A disruptive vision and masterplan San Siro Park and Stadium”, prevede un futuro sotterraneo per il Meazza, con una struttura che ingloberebbe anche un vasto parco urbano. Come spiega l’architetto, “Un elemento dirompente, una visione inedita di quello che potrebbe essere lo stadio di San Siro. Ci vogliono coraggio e determinazione per prendere in carico un’idea di questa portata perché è un sistema che dovrebbe poter inglobare una serie di pertinenze che fanno riferimento a proprietà private. Un’idea che vedrebbe il coinvolgimento di 37 ettari di terreno, un parco gigantesco da restituire alla città di Milano a dispetto di nuovi sistemi di congestione che non vedrebbero una risoluzione totale di uno stadio che si evolve nel tempo e che garantisca in futuro di ridurre obsolescenza e manutenzione”.

L'idea e le caratteristiche del progetto

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La proposta di Bruno non è solo una soluzione funzionale, ma anche una rivoluzione concettuale: “Di un’idea rivoluzionaria che vedrebbe lo stadio di San Siro in una forma ipogea, l’impianto scomparirebbe. I tifosi diventerebbero furiosi, per l’assenza di un processo di spettacolarizzazione, ma abbiamo un obbligo verso il pianeta, il Paese e Milano: vedere un sistema ipogeo che restituisca e faccia prevalere il mondo della natura. Parliamo di 20mila alberi, 500mila fiori, 7km di piste e percorsi pedonali che vedrebbero una restituzione di un luogo dove San Siro potrebbe avere le stesse caratteristiche di comfort”.

Tra le principali caratteristiche del progetto, che punta a risolvere anche le problematiche di manutenzione degli stadi tradizionali, l’architetto aggiunge: “Provate a immaginare la riduzione a 0 decibel della rumorosità, della temperatura a sistema controllato e dell’umidità relativa. Questa visione ci permetterebbe di utilizzare per 24 ore al giorno un parco per diverse funzioni. Sappiamo che uno stadio non può essere relegato alle sole partite di calcio. Ci sono logiche di intervento che vedrebbero la ricettività, l’hotellerie e tutto un sistema funzionale al mondo del calcio in termini rivoluzionari”.


Il progetto prevede diverse innovazioni, tra cui rampe di accesso pedonale, piazze ipogee, ristoranti, spazi commerciali e anche un parcheggio multipiano. Oltre a un’area per la gestione e manutenzione dei campi da gioco, il progetto include anche una zona dedicata agli eventi, con pavimenti mobili e sistemi di allestimento automatizzati. Inoltre, è previsto un collegamento diretto con la metropolitana lilla, che renderebbe l’accesso al nuovo stadio ancora più comodo.

L'aspetto esterno dello stadio

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Per quanto riguarda l’aspetto esterno, Bruno ha rivelato un’altra grande novità: “Abbiamo previsto una torre, la più alta in Italia, di 268 metri, che vedrebbe le pertinenze legate ai sistemi della residenza, degli uffici e di tutto quello che è legato al mondo sportivo. Recuperiamo in modo rispettoso un anello e una torre dello stadio di San Siro e non lo vedremmo necessariamente scomparire, perché la realtà aumentata e l’AI ci consentirebbero di vedere e immaginare tutte le volte in cui io mi affaccio allo stadio di San Siro quell’icona che non ci abbandonerà mai”.

Inoltre, gli spettatori non assisterebbero solo alle partite dentro lo stadio: “Le partite di calcio dovrebbero essere immaginate riportate fuori dallo stadio, il beneficio sarebbe di tutti coloro che frequenteranno il parco. Che potranno con dei totem, quasi a livello primordiale, vedere con realtà aumentata e megaschermi tutto quello che accade sotto lo stadio”.

Costi e manutenzione del nuovo impianto

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Un altro aspetto cruciale è la gestione dei costi e della manutenzione: “Riusciremmo anche a risolvere i problemi di manutenzione di uno stadio di questa portata nei prossimi anni. Non ci possiamo più permettere le grandi cattedrali, con impianti che diventano obsoleti dopo 50-70 anni con processi di manutenzione molto costosi. Questo progetto garantirebbe invece una grande capacità calmierata di gestione di facility estremamente rigorosa”.

Per quanto riguarda i costi di realizzazione, si stima che il progetto richieda circa 1,5 miliardi di euro, esclusi i costi per l’acquisizione dei terreni e gli oneri finanziari, con un tempo di completamento previsto di circa 66 mesi (cinque anni e mezzo).

In un contesto in cui il mondo degli stadi sta cercando soluzioni più moderne e sostenibili, la proposta di Davide Bruno rappresenta un’idea audace, destinata a generare molte discussioni ma anche a spingere la progettazione e la visione architettonica verso nuove frontiere.