Ma le preoccupazioni del Comune non si fermano qui. Un altro punto critico riguarda la possibile speculazione sulla vendita dei diritti edificatori. Per tutelarsi, Palazzo Marino chiede l'inserimento di una clausola che impedisca la cessione di tali diritti fino alla definizione del piano attuativo. Ancora più stringente è la richiesta di una clausola di divieto di rivendita per limitare passaggi di proprietà o manovre speculative per un determinato periodo. Infine, il Comune di Milano è irremovibile sulla richiesta che, alla firma del rogito, decadano tutte le altre ipotesi di nuovi stadi, come San Donato per il Milan e Rozzano per l'Inter, a garanzia dell'impegno esclusivo sul progetto di San Siro.
Il tempo stringe e gli appelli si moltiplicano
—Nonostante le difficoltà, le squadre mantengono un certo tipo di ottimismo, confidando di chiudere questa prima fase della trattativa entro pochissimi giorni. Tuttavia, il tempo è un fattore cruciale. La data del 31 luglio, più volte indicata da Palazzo Marino come termine ultimo per la vendita di San Siro e delle aree adiacenti, si avvicina velocemente.
Nel frattempo, si intensificano gli appelli contro il progetto, che prevede la demolizione di gran parte dell'attuale impianto. L'ultima contestazione riguarda la data in cui dovrebbe scattare il vincolo sul secondo anello: secondo i firmatari, tra cui il cantautore Edoardo Bennato, che nel 1980 fu il primo artista italiano a riempire San Siro, tale vincolo dovrebbe entrare in vigore ben prima del 10 novembre.
Il futuro del "Meazza" e la realizzazione del nuovo San Siro rimangono appesi a un filo, in attesa di capire se le parti riusciranno a trovare un accordo che accontenti le esigenze di tutti, o se la storia di uno degli stadi più iconici e importanti d'Italia prenderà una piega inaspettata.
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