Zvonimir Boban, con la sua consueta schiettezza, ha analizzato senza filtri il momento del Milan ai microfoni di Andrea Longoni. L'ex dirigente non ha nascosto la netta distanza attuale dall'Inter, non tanto sul piano tecnico ("con 3-4 innesti giusti...") quanto nella coesione e identità di squadra, quest'ultima totalmente assente nel Milan a suo dire. Boban ha ripercorso con amarezza la sua breve parentesi dirigenziale dal 2019, sottolineando come fin da subito avesse percepito la necessità di una rifondazione ("13 giocatori cambiati in sei mesi"). Nonostante le difficoltà e le divergenze con la proprietà ("dovevamo lottare contro la nostra proprietà per il bene del Milan"), rivendica con orgoglio gli acquisti di Kjaer e Ibrahimovic, definiti fondamentali per la conquista dello scudetto.
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Boban ha poi svelato retroscena di mercato, come l'affare saltato per Dani Olmo e quello bloccato per Szoboszlai, nonostante gli accordi raggiunti. Infine, ha definito la cacciata di Paolo Maldini una "pagina vergognosa, indecente e inaccettabile", ritenendola inspiegabile e legata anche alla cessione di Tonali, che Maldini non avrebbe mai avallato. Boban ha concluso con una critica alla gestione del club, improntata a logiche finanziarie distanti dal "milanismo" e dall'amore per la maglia.
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