Il curriculum di D'Amico non ha certamente bisogno di presentazioni. Il suo ottimo lavoro all'Atalanta è sotto gli occhi di tutti e i risultati del club bergamasco certificano per lui. Investimenti mirati, cooperazione attraverso le idee del proprio allenatore ma poca presenza mediatica. In questa stagione, però, il Milan sembra essere mancato proprio lì, in quel terreno comunicativo che spesso ha creato più domande che risposte, sia tra i critici che tra i tifosi. D'Amico rappresenta, forse, il profilo perfetto per un'idea dirigenziale collettiva e più "americana".
Poi c'è Igli Tare, storico dirigente che ha vissuto ben 18 anni alla Lazio. I suoi colpi migliori li conosciamo e li ricordiamo ancora: da Immobile a Milinkovic-Savic, passando per Luis Alberto e De Vrij. Ibrahimovic lo ha marchiato come suo preferito poiché riconosce l'abilità nel far parte di una squadra che tocchi direttamente il campo di gioco. Il suo apporto allo spogliatoio permetterebbe al prossimo allenatore rossonero di sentirsi meno solo e fungerebbe da spalla anche per i giocatori. Riassumendo, risulterebbe essere il vero erede di Paolo Maldini. Il casting va avanti ma il tempo stringe, il Milan ha bisogno di un direttore sportivo e la speranza è che questo venga trovato prima della fine di questa stagione, che sia D'Amico, Tare o un nome a sorpresa lo scopriremo solo tra qualche settimana.
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