Tuttavia, affinché si rientri nella casistica DOGSO dovrebbero essere rispettati quattro criteri: il possesso del pallone, la distanza dalla porta, il numero di difendenti e la direzione dell'azione. Nell'episodio di Pavlovic, di conseguenza, mancano almeno due di questi criteri, ovvero la distanza dalla porta, che era ancora ragguardevole, e soprattutto almeno uno, se non due, difensori rossoneri che potevano intervenire.
L'ennesimo torto
—Quello di Pavlovic, così come quello di Maignan, diventa così l'ennesimo episodio a sfavore del Milan. I torti subiti dai rossoneri, in questa stagione così come quella precedente, iniziano a far parte di una lista abbastanza lunga. L'assenza di una vera e propria voce, però, non permette alla squadra rossonera di salvaguardarsi da tali sviste, volendole definire così.
Sul campo, poi, la "sfortuna" pare scherzare con i rossoneri: dal fallo di mano che ha portato al gol di Castro (contro il Bologna), al pallone uscito in rimessa laterale prima della rete del sorpasso di Ndoye. Senza dimenticare il rigore non fischiato su Reijnders nella sfida contro la Roma, il gol di Zortea nonostante il fuorigioco di Luvumbo contro il Cagliari. Ma anche l'espulsione, sempre di Reijnders, contro l'Udinese e la rete di De Ketelaere, nonostante il fallo su Theo Hernandez, contro l'Atalanta. La lista è lunga e potremmo continuare ancora, sperando, però, che in campo non accada di nuovo. LEGGI ANCHE: Milan, dal DS alle cessioni importanti: inizia la rivoluzione rossonera?>>>
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