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Milan, dal “rischio” dei due trofei alla rivoluzione: il futuro si decide in un mese

Milan, dal 'rischio' dei due trofei alla rivoluzione: il futuro si decide in un mese
Il Milan si prepara a questo finale di stagione ma pensa già al futuro. In un mese si decide tutto e ci si prepara a una nuova rivoluzione
Francesco Aliperta Redattore 

Di solito, le rivoluzioni nel calcio avvengono alla conclusione di un ciclo. Spesso, però, queste non comportano grandi stravolgimenti, ma piccole correzioni, aggiunte importanti e addii naturali. Lo abbiamo visto con le grandi squadre: dal Barcellona al Real Madrid, passando per la Juventus e il Bayern Monaco e concludendo proprio con il Milan di Berlusconi, con quest'ultimo che ha saputo, quasi, sempre aggiornare rosa e panchina in modo vincente.

Ora, invece, ci ritroviamo a parlare di un caso diverso, poiché qui non si sta chiudendo alcun ciclo ma ci avviciniamo comunque a nuova rivoluzione. Il Milan, difatti, nel giro di un mese prima "rischierà" di concludere la stagione con ben due trofei e poi si avvicinerà a una serie di cambi, dalla dirigenza alla panchina, che permetterà alla squadra di ripartire da zero. Alcuni di voi, leggendo queste frasi, potranno pensare che, in realtà, non si comincerà davvero un nuovo percorso, poiché la rosa rossonero può comunque vantare uno zoccolo duro.


Milan, un mese per un nuovo ciclo. Una rivoluzione necessaria: ecco perché

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Da Leao a Theo Hernandez, senza dimenticare Maignan, Reijners e Pulisic. Vero, tutto vero, ma la mancata qualificazione alla prossima Champions League segna un limite che il Milan non oltrepassava da quasi 4 anni. Lo sappiamo, gli introiti della massima competizione europea sono a dir poco fondamentali e non goderne può mettere a rischio qualsiasi progetto. Ecco perché in molti definiscono la stagione rossonera come fallimentare, dato che la squadra a disposizione di Sergio Conceicao, almeno sulla carta, non è inferiore a nessuno in Italia.

Cosa fare in questi casi? Cambiare, com'è giusto che sia. Il Milan ha bisogno di un cambiamento, ha la necessità di smuovere le acque anche se non conquistasse la Coppa Italia. Sono tante le cose che non hanno funzionato durante l'arco di questa annata e non si parla solo di campo. La comunicazione, la dirigenza, il "gruppo di lavoro", il mercato, le decisioni prese. Il Milan deve ritrovare compattezza e ambizione, deve essere guidato da un uomo di calcio e deve vivere attraverso una programmazione chiara. Poi, bisognerà essere pazienti, poiché le vittorie si costruiscono nel tempo, sia con un mercato da 200 milioni che con un mercato da 50. Ecco, quindi, che un piccolo ciclo si chiude, con la speranza, però, che se ne possa aprire uno migliore. LEGGI ANCHE: Milan, che fine ha fatto Bondo? Oggetto misterioso del mercato invernale>>>