Milan, un mese per un nuovo ciclo. Una rivoluzione necessaria: ecco perché
—Da Leao a Theo Hernandez, senza dimenticare Maignan, Reijners e Pulisic. Vero, tutto vero, ma la mancata qualificazione alla prossima Champions League segna un limite che il Milan non oltrepassava da quasi 4 anni. Lo sappiamo, gli introiti della massima competizione europea sono a dir poco fondamentali e non goderne può mettere a rischio qualsiasi progetto. Ecco perché in molti definiscono la stagione rossonera come fallimentare, dato che la squadra a disposizione di Sergio Conceicao, almeno sulla carta, non è inferiore a nessuno in Italia.
Cosa fare in questi casi? Cambiare, com'è giusto che sia. Il Milan ha bisogno di un cambiamento, ha la necessità di smuovere le acque anche se non conquistasse la Coppa Italia. Sono tante le cose che non hanno funzionato durante l'arco di questa annata e non si parla solo di campo. La comunicazione, la dirigenza, il "gruppo di lavoro", il mercato, le decisioni prese. Il Milan deve ritrovare compattezza e ambizione, deve essere guidato da un uomo di calcio e deve vivere attraverso una programmazione chiara. Poi, bisognerà essere pazienti, poiché le vittorie si costruiscono nel tempo, sia con un mercato da 200 milioni che con un mercato da 50. Ecco, quindi, che un piccolo ciclo si chiude, con la speranza, però, che se ne possa aprire uno migliore. LEGGI ANCHE: Milan, che fine ha fatto Bondo? Oggetto misterioso del mercato invernale>>>
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