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Milan, la solitudine di Sergio: Conceicao e i motivi di un prevedibile addio

Sergio Conceicao, tecnico del Milan 04/03/2025 PianetaMilan.it
Il Milan si appresta a vivere questo finale di stagione ma il destino di Sergio Conceicao appare già chiaro: cosa non ha funzionato con lui?
Francesco Aliperta Redattore 

La stagione non è ancora conclusa ma il Milan guarda già al futuro. L'annata rossonero non si può certamente definire positiva, nonostante una Supercoppa vinta e una semifinale di Coppa Italia ancora da giocare. La squadra allenata da Sergio Conceicao è reduce da ben tre sconfitte consecutive e vede allontanarsi, pericolosamente, il quarto posto. Sono molti i tifosi del Diavolo che iniziano ad abituarsi all'idea che, nella prossima stagione, il Milan non farà parte delle squadre presenti alla Champions League 2025/26. Questi ultimi impegni rossoneri, tra campionato e la Coppa Italia sopracitata, rischiano di diventare un preludio a ciò che inizierà in estate: una vera e propria rivoluzione.

Conceicao ai titoli di coda

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Tra i vari rumors che comprendono dirigenza e giocatori, c'è anche Sergio Conceicao. Il tecnico portoghese, arrivato a fine dicembre per sostituire Paulo Fonseca, è diventato l'allenatore rossonero più veloce a conquistare un trofeo (solo due partite), ma non ha saputo continuare nella sua striscia positiva. Anzi, Conceicao ha trovato davvero tante difficoltà, tra un ambiente già complicato e una squadra fin troppo fragile mentalmente. Il suo epilogo, dunque, appare scritto. Sembrano davvero poche le chance di rivedere Conceicao sulla panchina rossonera anche nella prossima stagione, nuovo DS permettendo, e possiamo così analizzare ciò che non ha funzionato con il tecnico portoghese.


In primis c'è una comunicazione molto schietta e diretta. Le parole di Conceicao hanno spesso entusiasmato i tifosi ma, probabilmente, ha alterato qualche rapporto con i giocatori. La sua filosofia è sempre stata chiara e la sua mentalità sembrava poter davvero funzionare, come visto in Supercoppa ad esempio. Tuttavia, la garra di Conceicao non ha saputo trovare un giusto prosieguo e troppo spesso abbiamo visto una squadra scarica prima fisicamente e poi caratterialmente.

Le scelte tattiche e la solitudine

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Alcune scelte tattiche, poi, lasciano tutt'ora diversi dubbi. Il 4-4-2 molto offensivo ha funzionato a fasi alterne, portando al Milan un reparto offensivo molto importante ma, allo stesso tempo, lasciando la retroguardia a un'impostazione che ha evidenziato i chiari problemi della difesa rossonera. Difatti, Conceicao non possiede i giocatori giusti per giocare come vuole e lui stesso lo ha sottolineato in alcune interviste post partita. Il mercato invernale ha donato al Diavolo delle pedine di grande valore (Joao Felix e Gimenez) ma inghiottite da un momento della storia rossonera in cui le cose, semplicemente, non funzionano a dovere.

Concludiamo, infine, con la solitudine di Conceicao. Le prime "richieste" di aiuto sono arrivate dalle famose interviste pre-partita. Conceicao non ama parlare prima di una sfida e ha apertamente chiesto che lo faccia qualcun altro. Difatti, dopo le sue esternazioni non abbiamo più ascoltato il tecnico rossonero se non alla conclusione dei match. Tuttavia, una dirigenza assente, una gerarchia davvero poco chiara e una confusione generale ha condotto Conceicao a una orgogliosa solitudine che viene rimarcata soprattutto dopo le sconfitte. Lui diventa lo scudo del gruppo, difende strenuamente i suoi ragazzi ma, purtroppo, non c'è mai stato qualcuno che proteggesse lui, sia dalle critiche che, in maggior modo, dalla stampa e le sue indiscrezioni. LEGGI ANCHE: Milan, dal DS alle cessioni importanti: inizia la rivoluzione rossonera?>>>