Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante l’evento 'Infrastrutture e Sport: una ricchezza per il Paese' organizzato da 'PWC' con 'Calcio e Finanza', soffermandosi sullo stadio San Siro. Ecco, dunque, le sue parole.
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"Sono un veterano dello stadio, me ne occupo dal 2018 e sui social mi chiamano persino “Stadioni”. Non è il momento di fare polemiche, ma ho partecipato a un gioco dell’oca. Sul progetto a San Siro siamo tornati al progetto iniziale, che evidentemente non era poi così improbabile. San Siro? Ci sono una serie di motivi, di cui abbiamo parlato già nel recente passato, ma visto che ci troviamo di fronte a una platea che si occupa principalmente di business vi dico che tra di essi c’è sicuramente anche l’aspetto finanziario: così i conti tornano".
"Perché non lo ristrutturiamo? Che senso ha ristrutturare un impianto quando due squadre giocano così di frequente? Immaginate ogni tre giorni 70mila persone che entrano tra i lavori: è una stupidaggine che non posso sentire, immaginate cosa sarebbe potuto succedere. Quando abbiamo iniziato il progetto su San Siro ci ricordavano tutti quanto fosse meraviglioso, ma con il tempo ci si è accorti che, nonostante le partite si vedano benissimo, le esigenze sono cambiate".
"Abbiamo mandato il Docfap martedì scorso, il Comune dovrebbe recepirlo, partire con una procedura di assegnazione e convocare una prima conferenza dei servizi. Mi auguro avvenga presto perché abbiamo una scadenza sul vincolo e questo diventerebbe più complicato. L’intendimento è che ci compriamo lo stadio e le aree entro l’estate, quindi siamo positivi".
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