Milan a caccia di talenti, ma Mastantuono e i suoi fratelli accetterebbero il progetto rossonero?
—Allora fate un giro sui social, leggete i giornali, ascoltate le ultime news. Scoprite del caos dirigenziale, del "gruppo di lavoro", di un'icona come Zlatan Ibrahimovic in un ruolo ancora non chiaro, del Money Ball, degli algoritmi, della programmazione "americana". Così approfondite, scoprendo del caso Cooling Break, dell'esonero silenzioso di Fonseca, della protesta dei tifosi, dei rinnovi difficili di giocatori forti come Maignan e Theo Hernandez. Vi chiedete chi sia il proprietario del Milan e arrivate al nome di Gerry Cardinale, ma non trovate alcuna sua intervista a Milanello, solo dichiarazioni lontane e spesso non riguardanti l'aspetto sportivo.
Ecco, basta un pizzico di immaginazione per arrivare a capire qual è, attualmente, la rappresentazione di una società leggendaria come il Milan. Nel club rossonero non vi è alcuna garanzia, poiché a mancare è proprio la base. Non parliamo della squadra, dei giocatori o dell'allenatore, ma di ciò che è alle spalle. Gli errori sono commessi da tutti, per carità, ma quando questi si accumulano iniziano a diventare decisivi. Vestire la maglia rossonera è un onore che in pochi possono vantare, ma le grandi vittorie, come sappiamo, nascono da grandi dirigenze.
Tutto ciò si può ripercuotere anche sul mercato, poiché i talenti, giovani o meno, percepiscono, annusano, capiscono le potenziali difficoltà. Di conseguenza, la storia può esser messa da parte, dato che per crescere ai giocatori serve stabilità, ambientale e dirigenziale, e questa, al Milan, manca come il pane. LEGGI ANCHE: Milan, dal “rischio” dei due trofei alla rivoluzione: il futuro si decide in un mese >>>
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