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L’Inter vince e il Milan guarda. Questo scalfirà l’orgoglio di Furlani e compagni?

Francesco Aliperta Redattore 
L'Inter conquista la finale di Champions League e il Milan sta a guardare. Ci sarà una risposta da Giorgio Furlani e compagni?

Si dice, pur non avendone la completa certezza, che dopo la conquista del Triplete da parte dell'Inter, Berlusconi parlò con Galliani e sottolineò la volontà di tornare a vincere. Quel Milan, pur ricco di campioni, non riuscì a contrastare la forza della squadra allora allenata da Mourinho, rimanendo a guardare mentre i nerazzurri alzavano ben tre trofei in una sola stagione. Ecco, nell'estate successiva al Triplete, in rossonero arrivarono Ibrahimovic e Robinho, il Diavolo conquistò il suo 18esimo scudetto e tutti pensarono all'apertura di un nuovo ciclo. Come sappiamo, però, così non è stato: l'arrivo di Antonio Conte alla Juventus, il mancato acquisto di Tevez, il gol di Muntari e altri ostacoli non permisero al Milan di bissare la vittoria tricolore.

Ora, però, non soffermiamoci tanto su ciò che non è accaduto, ma su ciò che il successo dell'Inter ha scaturito. Vedere i nerazzurri vincere ovunque ha fatto soffrire una piazza intera, ma anche la stessa dirigenza. Il senso di appartenenza, allora, era decisamente più forte rispetto a quello attuale, poiché i tifosi si sentivano rappresentati e condividevano lo stesso sentimento di rivalsa. Berlusconi e Galliani vollero rispondere nel migliore dei modi: vincendo. A distanza di 15 anni, ci chiediamo se l'attuale dirigenza rossonera la pensa allo stesso modo, se la visione dell'Inter che strappa il pass per la finale di Champions League abbia offeso l'orgoglio di Furlani e compagni.

Dopo il Triplete arrivò Ibrahimovic. Milan, come risponderai stavolta all'Inter?

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In una delle sue peggiori stagioni, il Milan rischia di vincere comunque due trofei: Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Bene, diremmo, ma dall'altra parte c'è un'Inter che, allo stesso modo, rischia di vincere due trofei: Champions League e Mondiale per Club. Non c'è neanche bisogno di spiegare la differenza, sportivamente ed economicamente, perché, una volta, i protagonisti erano invertiti. Una volta c'era il Milan che snobbava il campionato e si esaltava nelle notti europee. Una volta c'era il Milan che godeva di una dirigenza forte, in ogni ambito, una squadra di qualità e un senso di appartenenza inscalfibile.

Adesso, invece, c'è un Milan al nono posto in classifica, una dirigenza improvvisata, un proprietario che non parla al suo popolo, un allenatore lasciato in piena solitudine e una tifoseria che si sta, lentamente, disinnamorando. Il tutto, mentre l'Inter gioca su ogni fronte, lotta per vincere ogni competizione e conquista la seconda finale di Champions League nel giro di tre anni. Il tutto, alla faccia di chi definiva i nerazzurri ormai in bancarotta. Di chi parlava di un progetto intelligente. Di chi provava a spiegare, ai tifosi del Milan sottolineiamo, che vincere sempre è noioso. Il tutto, e concludiamo, mentre il proprio presidente definisce una stagione del genere come "non totalmente negativa", a fronte della mancata qualificazione alla Champions League, dell'eliminazione per mano del Feyenoord, di un progetto fallimentare come il Milan Futuro e della totale assenza di comunicazione.


Però, dai, almeno i derby quest'anno non li abbiamo persi, no?