Oltre a questo, Casarin esprime anche una riflessione sul ruolo ormai marginale del guardalinee, che oggi è quasi escluso dalla valutazione attiva dei fuorigioco. Questo cambiamento ha ridotto notevolmente la collaborazione tra arbitri e assistenti, un aspetto che, secondo l'ex direttore di gara, andrebbe rivisitato. Casarin auspica infatti un ritorno a una modalità di lavoro più integrata e sinergica tra arbitri e guardalinee, come accadeva trent’anni fa, quando l’intesa tra i componenti della squadra arbitrale era fondamentale.
Infine, l'ex arbitro si spinge oltre, suggerendo una maggiore collaborazione tra arbitri e allenatori, con un riconoscimento da parte degli arbitri della maggiore sensibilità degli allenatori nella lettura dei contatti in campo. Casarin sottolinea che un confronto leale e costruttivo tra le parti potrebbe arricchire il calcio, restituendo al gioco quella dimensione umana e creativa che la sola tecnologia non riuscirà mai a garantire.
In conclusione, l'ex arbitro invita a riflettere su come, sebbene la tecnologia rappresenti un aiuto imprescindibile per migliorare la qualità delle decisioni, non debba mai sostituire il giudizio umano e la capacità di lettura del gioco. Solo attraverso un equilibrio tra il supporto tecnologico e la sensibilità umana si potrà davvero preservare l’essenza del calcio, fatto di passione, emozione e spontaneità. LEGGI ANCHE: Rafa Leao si prepara all'addio in estate? L'Arsenal è pronta a una mossa... >>>
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