Le scelte di Conceicao non avevano lasciato spazio a interpretazioni: Gimenez era finito relegato alla panchina, ma ora le cose cambiano
Settantanove giorni. Un'eternità per un attaccante abituato a far tremare le difese avversarie. Tanti ne sono trascorsi dall'ultima gioia personale di Santiago Gimenez con la maglia del Milan, quel lontano match di Champions League contro il Feyenoord. Il gol del definitivo 2-0 contro il Venezia, arrivato come una vera e propria liberazione nel finale di una partita tirata, ha rappresentato una boccata d'ossigeno fondamentale per il centravanti messicano.
79 giorni dopo, Gimenez torna a ruggire: il gol che può rilanciare l'attacco del Milan
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Le recenti scelte di Sergio Conceicao non avevano lasciato spazio a interpretazioni: appena sette minuti tra la sfida di Bergamo e il derby di Coppa Italia, un chiaro segnale di una gerarchia offensiva che vedeva Abraham e Jovic davanti a lui. Una situazione difficile da digerire per un giocatore arrivato con grandi aspettative e desideroso di lasciare il segno.
La ruota che gira?
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Eppure, sul fragile vantaggio firmato Pulisic, il tecnico portoghese ha deciso di gettare nella mischia Gimenez al 65', concedendogli una porzione di gara significativa. L'impatto iniziale, però, aveva confermato le difficoltà psicologiche del "Bebote": un colpo di testa timido su un cross invitante di Loftus-Cheek, un'altra conclusione imprecisa in un contropiede promettente. Poi, quasi allo scadere, la fiammata che potrebbe rappresentare una svolta. Un tocco non impeccabile, trasformato in un pallonetto astuto che ha beffato Radu. Il terzo gol in campionato, un numero ancora lontano dalle aspettative, ma dal peso specifico enorme per Gimenez, che ora ha la possibilità di lasciarsi alle spalle le frustrazioni.
Milan, fiducia totale nel "Nuovo Corso"
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Il Piatek messicano? L'etichetta, affrettata e forse ingenerosa, era circolata nei momenti di difficoltà. Ma la verità, come spesso accade, è più sfumata. Santiago Gimenez non è un clone di un attaccante del passato; ha le sue caratteristiche, il suo percorso di crescita. La risposta alla domanda sul suo futuro al Milan non risiede in paragoni forzati, ma in una constatazione più semplice: ha solo bisogno di tempo. Tempo per adattarsi a un nuovo campionato, a nuove dinamiche di squadra, a nuove pressioni.