L’investitura, seppur ufficiosa, è già cominciata. A spingere per il suo ritorno ci sono figure centrali dell’attuale governance rossonera: l’amministratore delegato Giorgio Furlani – da sempre affascinato dal modus operandi gallianesco – e soprattutto Zlatan Ibrahimovic, oggi Senior Advisor di RedBird, che ha dato il suo assenso convinto all’operazione.
Il ruolo sarà chiaro: Head of Football, una figura strategica, centrale, ma che non entrerà in conflitto con quella del presidente Paolo Scaroni.
Per Galliani, che nei suoi 31 anni in rossonero ha collezionato 29 trofei, si tratterebbe di un ritorno che profuma di continuità storica. Anche ai tempi d’oro del Milan berlusconiano, nonostante i numerosi successi e l’assenza temporanea del patron per vicende giudiziarie, Galliani rifiutò il titolo di presidente: per lui quella poltrona spettava a una sola persona.
Oggi, a distanza di anni, il Milan potrebbe ritrovare più che un dirigente: un ambasciatore del suo stesso DNA. E la sua autorevolezza internazionale è tutt’altro che sbiadita. A giugno, Florentino Pérez lo ha voluto come padrino della cerimonia di laurea della Escuela Universitaria Real Madrid; a luglio, la FIFA lo ha invitato a New York per la chiusura ufficiale del Mondiale per Club – unico italiano presente, accompagnato da Shevchenko e Carlo Ancelotti.
Ma il ritorno di Galliani non avrebbe solo una valenza simbolica. Il Milan, da tempo, sembra aver perso peso politico nei palazzi del calcio italiano. In Lega Serie A e in Figc, è l’Inter a dettare legge grazie alla presenza granitica di Giuseppe Marotta. Galliani, con la sua esperienza e la sua influenza, riequilibrerebbe il tavolo.
Non va nemmeno trascurato un possibile effetto collaterale tutt’altro che secondario: Galliani è sempre rimasto legato a Massimiliano Allegri. Lo portò al Milan dal Cagliari, lo ha sempre difeso, e i rapporti tra i due non si sono mai raffreddati. Per ora, il futuro è appeso a una firma attesa per settembre. Ma una cosa è certa: con Galliani, il Milan ritroverebbe una voce forte, autorevole, e tremendamente rossonera.
Il calcio cambia, ma certi ritorni fanno bene anche al presente. E il Condor, forse, non ha mai smesso davvero di volare sopra San Siro.
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