“È stata una storia nata con entusiasmo e con la ricerca di raggiungere un obiettivo solo: la promozione in Serie A. Abbiamo fallito. Io e la Sampdoria abbiamo passato momenti dove eravamo completamente in simbiosi, dove mi sentivo la vera estensione del popolo blucerchiato. - prosegue Borini - Abbiamo vissuto di emozioni rare che mi hanno fatto capire che la maglia che indossavo era la pelle e il sangue di tutti quanti”
“Voi Doriani. Ho sentito vibrazioni che sono riuscito a condividere, per fortuna, solo con le persone vere. Quelle persone che fanno della Sampdoria la loro priorità di vita, e che all’interno sono diventate troppo rare. Gli apostoli della rovina sono arrivati e l’amore è stato danneggiato, influenzato, non era più corrisposto. L’amore è diventato tristemente a senso unico. - prosegue il classe ‘91 parlando dei problemi sorti in questa stagione senza però fare i nomi dei responsabili - Quando sono stato spedito in quel luogo oscuro ho veramente passeggiato tenendo per mano la depressione e in compagnia della rabbia. Ho condiviso le giornate con la frustrazione e la disperazione di voler tornare ad essere come Noi, io e la Sampdoria, eravamo prima Sono stato coraggioso, spregiudicato, autolesionista a scegliere di rimanere vicino a te, Sampdoria. Nei miei momenti più bui sono stato lì a battere e a battermi in solitudine, forse con troppo me stesso, ma ero contento di dare a Voi quello che realmente sono. Sempre”.
“Non posso sapere cosa succederà alla Nostra Sampdoria, ma il mio desiderio, per chi ho amato e amerò, è che torni ad essere piena di quella persone che realmente mettono la Sampdoria prima della loro stessa vita. - conclude l’attaccante guardando al futuro - La Sampdoria merita i Doriani e queste mie gentili parole. La Sampdoria non è solo la maglia più bella del mondo, ma per come l’ho vissuta in questi due anni, la Sampdoria è una meraviglia del mondo”.
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