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Stefano Borghi | News (Getty Images)
Sabato la stagione 2024-2025 del Milan è andata in archivio con la contestazione, pacifica ma feroce, dei tifosi rossoneri. Prima, nel pomeriggio, nel piazzale antistante 'Casa Milan', sede del club rossonero; quindi, in serata, a 'San Siro', in occasione dell'ultima partita di campionato contro il Monza.
La protesta non ha risparmiato nessuno. Gerry Cardinale, managing partner del fondo RedBird e proprietario del Milan, ma anche il fondo Elliott - ex proprietario - che gli ha prestato la metà dei soldi per l'acquisizione del club. Poi il Presidente Paolo Scaroni, l'amministratore delegato Giorgio Furlani, il direttore tecnico Geoffrey Moncada e anche il Senior Advisor di Cardinale, l'ex idolo di casa Zlatan Ibrahimović.
A proposito di idoli: cori, sia davanti 'Casa Milan' sia a 'San Siro' per l'icona, la leggenda Paolo Maldini, licenziato da questa proprietà nel giugno 2023 e che tanto manca ai sostenitori milanisti. Stefano Borghi, giornalista sportivo e telecronista per 'Sky Sport', ha detto la sua sulla contestazione dei tifosi del Diavolo, anche alla luce di un'annata da dimenticare al più presto.
"C’è un problema di risultati ma qua il problema riguarda soprattutto un'identità che il tifoso non riconosce più in quello che vede -ha spiegato Borghi -. Stagione disastrosa a livello di risultati ma credo di più per le immagini date: dal cooling break alla gestione dell’addio di Paulo Fonseca, per fare due esempi".
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