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Sacchi: “Milan, con Conceicao pochi benefici. Non era meglio Lopetegui?”

AC Milan Sacchi
Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha commentato il difficile momento dei rossoneri sulle colonne de 'La Gazzetta dello Sport'
Daniele Triolo Redattore 

Arrigo Sacchi, ex allenatore del Milan, ha parlato del momento dei rossoneri su 'La Gazzetta dello Sport' oggi in edicola. Ecco, dunque, cosa ha scritto il 'Profeta di Fusignano'.

Milan, Sacchi: "Theo e Leão fuori? Difficile dire se sia giusto"

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"Le ultime voci che arrivano da Milanello parlano di un accantonamento di Theo Hernández e Rafael Leão: fuori per la prossima partita. Difficile stabilire se il provvedimento sia giusto o sbagliato. Di certo, però, poiché tocca all’allenatore decidere, è corretto che sia libero di operare le sue scelte in piena libertà e senza condizionamenti", ha esordito.


"Sono un innamorato che si è sentito spesso tradito"

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"Io non posso dare un giudizio sull’attuale situazione al Milan, perché la vivo soltanto dall’esterno: come un innamorato che, in questa stagione, si è sentito spesso tradito - ha confessato Sacchi -. Non ho, però, tra le mani il preciso disegno di ciò che sta avvenendo, delle dinamiche interne, dei rapporti che ci sono tra i giocatori, e tra questi e l’allenatore".

"Milan al nono posto: bisogna riflettere con serietà e umiltà"

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"Senza alcun dubbio posso affermare che l’avvento di Sérgio Conceição non ha portato quei benefici che tutti i tifosi si attendevano. Il Milan è al nono posto, cioè praticamente a metà classifica. Non si tratta certo di una posizione consona a un club che ha scritto la storia del calcio. E su questo bisogna riflettere con serietà e con umiltà".

"Non vedo come si possa uscire da una simile situazione"

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"Lo devono fare, in particolare, i dirigenti - l'opinione di Sacchi sul momento del Milan -. In primavera, di solito, si tirano le somme di ciò che si è seminato nell’estate precedente. Mi sento di poter concludere che il risultato è, al momento, negativo e, francamente, non vedo come si possa uscire da una simile situazione".

"Obiettivi un posto per l'Europa League e Coppa Italia? Troppo poco"

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"Mi pare che il Milan si sia infilato in un tunnel e che non riesca a vedere nemmeno uno spiraglio di luce. Gli obiettivi sono diventati un posto per l’Europa League e la Coppa Italia: troppo poco, anche pensando agli investimenti economici compiuti. Purtroppo gli errori, durante la stagione, sono venuti a valle con la forza di una valanga", il parere dell'ex allenatore rossonero.

"Lopetegui? Non bisognava piegarsi agli umori della piazza"

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"Tutto nasce da una mancata chiarezza nelle idee. Ricordo, e spero di non sbagliarmi, che il Milan aveva individuato in Julen Lopetegui l’allenatore per questa stagione. Poi, dato che i tifosi si sono ribellati, perché consideravano Lopetegui un profilo non adatto, si è deciso di puntare su Paulo Fonseca che tuttavia, non aveva un curriculum particolarmente importante. Ecco, quella è stata la prima mossa sbagliata. Se tu, Presidente, direttore sportivo o amministratore delegato, sei convinto di una scelta o di un’idea devi andare fino in fondo e non piegarti agli umori della piazza".

"Quando Berlusconi scelse me non si fece condizionare. Ed ero il Signor Nessuno"

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"Se Silvio Berlusconi avesse dovuto ascoltare quello che pensavano i tifosi o i giornalisti del sottoscritto, non avrei mai allenato il Milan: mi chiamavano Signor Nessuno. Ed era la cosa più tenera e più gentile che mi dicevano. Ma Berlusconi, che aveva chiaramente in testa ciò che desiderava, non si è fatto condizionare ed è andato avanti per la sua strada. Mi sento di dire che, osservando i risultati (la mia è stata giudicata dalla FIFA la migliore squadra di club della storia), ha avuto ragione il Presidente a insistere nel suo progetto, anche quando, specialmente all’inizio dell’avventura, le cose non funzionavano ancora alla perfezione".

"Bisogna affidare ad un allenatore di fiducia la costruzione della squadra"

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"Ciò che deve fare adesso il Milan è abbastanza semplice, e lo devono fare, prima di tutto, la proprietà e i dirigenti - il parere di Sacchi -. Scegliere gli uomini giusti per guidare la rinascita, affidare a un allenatore di loro fiducia la costruzione della squadra, lasciare che sia lui a decidere i giocatori che devono essere acquistati e quelli che devono essere ceduti, e dare a questo tecnico pieno appoggio. Questo è il modo migliore per tornare al successo".

"Per scegliere i calciatori guardare prima la testa poi i piedi"

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""Ma è possibile che il Milan compri una serie di calciatori di cui si conosce poco o nulla in estate, e poi in gennaio si torni sul mercato per fare una specie di rivoluzione? - si è chiesto il 'Profeta di Fusignano' -. Bisogna basarsi prima di tutto sulle qualità umane e poi su quelle tecniche: guardare prima la testa e poi i piedi".

"Per Conceição è complicato rimettere in rotta la barca: c'è confusione"

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Quando un allenatore non lavora con persone affidabili, ed evidentemente i giocatori attuali del Milan non lo sono (non tutti, per carità, ma la maggior parte), è inevitabile che si vada incontro ai problemi. Per Conceição, adesso, è complicato rimettere in rotta la barca. C’è confusione nell’ambiente e, purtroppo, si vede anche sul campo. Non è una questione di moduli, di preparazione atletica, di giocare con due, tre o quattro punte. La verità è che, in questa stagione, il Milan non è quasi mai stato una squadra, e quando non sei una squadra vai poco lontano".

"Theo e Leão vanno gestiti in modo diverso: si faccia 'mea culpa'"

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"Le responsabilità, quando accadono cose simili, a mio avviso, sono di tutti. Non può essere colpa solo dell’allenatore, così come non può essere colpa solo dei giocatori. D’accordo: Theo e Leão hanno dimostrato di non essere dei mostri di continuità, ma ci siamo già dimenticati che sono stati gli elementi più importanti nell’anno dello Scudetto? Evidentemente erano gestiti in modo diverso, e allora su questo bisogna fare una seria riflessione. E magari anche un “mea culpa”.", ha chiosato Sacchi sul Milan. LEGGI ANCHEAbbiati: “Milan, brutto l’anno da club manager. Ma se mi chiamasse ora …” >>>