I suoi punti deboli, invece, potrebbero essere il gioco di sponda e l'occupazione dell'area di rigore. Hojlund, per esempio, non è mai stato troppo abile nel gioco aereo. Il ragazzo ha solo 22 anni. Dunque, si tratta di lacune che si potrebbero colmare con il lavoro. Insomma, un ottimo prospetto, ma che potrebbe risultare affidabile fin da subito. D'altronde, conosce già il campionato di Serie A e dovrebbe ricordarsi come si fa male alle difese italiane.
Più presenza negli ultimi sedici metri
—Con Dusan Vlahovic la situazione sarebbe diversa. Pur essendo anche lui bravo ad attaccare la profondità, le doti migliori del serbo sono il gioco aereo, l'attacco dell'area di rigore e l'ottima tecnica. La sua vena realizzativa in Italia depone a suo favore: 87 reti in 202 presenze con le maglie di Juventus e Fiorentina.
Con Gimenez e Hojlund condivide il piede preferito, il mancino. Quello di Vlahovic è piuttosto educato ed è in grado di far esplodere dei tiri molto potenti e precisi, anche da calcio di punizione. La doppietta di Lipsia dello scorso anno ha dato un saggio della sua completezza: gol da vero numero 9 attaccando il primo palo e sinistro a giro all'incrocio dei pali calciando da fuori area. I suggerimenti di Pulisic e Leao potrebbero completare il quadro di un attacco potenzialmente fortissimo.
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