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Giorgio Furlani e Zlatan Ibrahimovic, dirigenti del Milan (getty images)
Il giornalista Marco Pasotto sulla Gazzetta dello Sport ha analizzato come durante l'estate rossonera ci sia stata più di una bugia. A partire dalla cessione, dai dirigenti rossoneri era stato detto: 'niente rivoluzioni', eppure così non è stato. Il Milan conclude il mercato con 22 giocatori in rosa, secondo Pasotto la scelta di avere una rosa ridotta all'osso è una volontà comune - una rara eccezione - all'interno della società che ritiene questo il modo migliore per ripartire dopo una stagione deludente come quella dell'anno scorso. Ecco le sue parole sul quotidiano rosa.
"Lungo l'estate rossonera c'è stata qualche bugia (Tare a fine giugno: "Non faremo rivoluzioni". Già), ma anche qualche linea guida perseguita con coerenza e poi confermata dai fatti. Una di queste è l'entità numerica della rosa, sulla quale Allegri con la dirigenza è stato chiaro fin da subito: un gruppo di 22, 23 elementi al massimo. Missione che peraltro pareva impossibile considerata l'ampia quantità dei rientri alla base e dei giocatori fuori progetto, e che invece è stata portata a termine - va riconosciuto - con un lavoro molto efficace. E così quel numero finale che aveva in testa Allegri è diventato realtà.
Alla base di questa scelta c'è ovviamente la triste logica che vede il Diavolo senza coppe europee. Ma anche una volontà comune, in un certo senso, di selezionare il più possibile il materiale umano, per ripartire dopo una stagione dove troppe volte il Milan ha fatto parlare di sé per l'esuberanza - chiamiamola così - di alcuni tesserati.
Ora che il mercato può lasciare finalmente finalmente la scena al campo, Allegri si ritrova esattamente con 22 uomini. Accontentato. Non è una rosa corta, ma cortissima. Sicuramente un unicum nel drappello di chi ha le stesse ambizioni del Milan".
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